Candiani assessore in Sicilia? “Mi piacerebbe ma non è vero”
Dopo le notizie dell'Ansa e di molti giornali locali dell'isola, oggi è uscito un articolo che lo dava per certo come assessore ai beni culturali della Regione Sicilia. "Sono il segretario della Lega, ma non farò l'assessore"

«Arancina o arancino? Perché come saprà c’è una bella differenza…».
Il senatore Stefano Candiani parte subito alla carica e fa lui le domande quando lo sentiamo per chiedere cosa stia succedendo in Sicilia.
Dopo le notizie dell’Ansa e di molti giornali locali dell’isola, oggi è uscito un articolo che lo dava per certo come assessore ai beni culturali della Regione Sicilia. Un fatto subito ripreso da alcuni post su Facebook. Notizia per altro credibile perché la carriera politica di Stefano Candiani era nata proprio come assessore alla cultura della sua città, Tradate, dove poi ha ricoperto la carica di sindaco per due mandati.
Senatore, ma allora va a fare l’assessore a Palermo?
«Ma va… Ormai se ne sentono di tutti i colori. Mi piacerebbe, non lo nascondo, ma non potrei nemmeno».
Ma cosa è successo allora, perché è uscita quella notizia?
«Sono il segretario della Lega in Sicilia da due anni. Dopo l’esperienza in Umbria, Salvini me lo ha chiesto e per me era una grande sfida. È una Regione affascinante, ricca di storia, di passione, di energia. In Sicilia c’è tutto e prima del Covid passavo diverso tempo sull’isola. Rispetto agli ultimi fatti, ieri c’è stata una lunga riunione a Palermo per decidere alcune questioni per il Governo regionale. Io ero a quel tavolo per rappresentare la Lega che si era detta disponibile ad entrare in Giunta. Dopo cinque ore di discussioni sui massimi sistemi abbiamo detto chiaramente a Musumeci che a noi di un rimpasto non interessava niente. Ci facessero una proposta, ma a noi andava benissimo prendere il posto del compianto Sebastiano Tusa. Il Presidente ci ha pensato e ha accettato di dare i beni culturali alla Lega. Da quel momento si grida allo scandalo».
Beh, qualche dubbio viene…
«Perché? Chi ci attacca perché non si può dare la cultura alla Lega fa razzismo al contrario. Il tema è cosa intendiamo fare e non è accettabile che si dica che un leghista non si possa occupare di beni culturali e identità siciliana».
Ma se non è lei, chi sarà il nuovo assessore?
«Non lo so. Oggi parlerò con Salvini e decideranno lui e Nello Musumeci. Quello che dirò al nostro segretario è semplice. Lì non deve andare uno scienziato. Tusa era un grande archeologo, prima di lui c’era Vittorio Sgarbi, uno che stava attento alla sua immagine, che però andava tanto in tv e in Sicilia conta molto. Chiunque sfigurerebbe davanti ai loro curriculum. Serve invece un bravo amministratore che sblocchi tutta la ruggine. Pensi solo che alla Soprintendenza sono ferme oltre 18mila pratiche. La prima cosa da fare è rimettere in moto la cultura a partire dalle cose semplici. Non è vero che con la cultura non si mangia. In Sicilia poi si possono fare tantissime cose e si creano posti di lavoro».
Un lombardo a fare il segretario della Lega in Sicilia è strano però…
«Ho accettato con interesse questo impegno. Stando sull’isola mi viene spesso in mente il titolo di un bel film: Si può fare. L’espressione di ieri di Musumeci spesso dice che “la Sicilia non vuole cambiare”. Io credo invece che vada data fiducia alle persone che vogliono cambiare e scommettiamo su quelle».
Cosa le piace di più della Sicilia?
«Tutte le cose che fanno ingrassare… (e ride di gusto, ndr) ma quello è banale. Non c’è una cosa in particolare perché la Sicilia è tutta bella. Mi piacciono le persone, il confronto, i frutti della terra e la cultura…»
La foto ritrae Candiani al centro con alcuni dirigenti siciliani dopo una riunione a Enna.
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