Chiude l’Upim di Varese, arrivano i cinesi
Il punto vendita di viale Milano nel 2020 avrebbe compiuto 50 anni. La proprietà dell'immobile che ospita il negozio in fase di rinnovo dell'affitto ha ricevuto l'offerta di una società cinese
Quest’anno il punto vendita Upim di viale Milano avrebbe compiuto mezzo secolo di vita, ma c’è il grosso rischio che non riesca a spegnere le candeline. Nella trattativa per il rinnovo dell’affitto dello stabile che ospita il negozio, ormai in scadenza, è arrivata un’offerta da parte di una società cinese a cui la proprietà potrebbe non rinunciare.
Una notizia che ha colto di sorpresa tutti a iniziare dai lavoratori fino ai rappresentanti sindacali di categoria. Il gruppo commerciale Upim- Ovs gode infatti di buona salute e nulla faceva prevedere questa svolta. «Non era in alcun modo preventivabile – dice Giuseppe D’Aquaro segretario della Fisacat Cisl dei Laghi – a causa dell’andamento positivo del negozio. A portare a tale conseguenza, è stato il cambio di locatario dello stabile che ospita il punto vendita Upim, a favore di diversi soggetti commerciali».
Il sindacato di categoria ha già chiesto all’azienda di attivare nel più breve tempo possibile un tavolo di contrattazione per ricollocare i dodici lavoratori del punto vendita di viale Milano in altri negozi Upim-Ovs, ma su questa ipotesi pesa il momento sfavorevole dovuto dalla crisi pandemica. La preoccupazione è che accada quello che si è già verificato in altri subentri di diverse attività commerciali: la mancata salvaguardia dei posti di lavoro. «Purtroppo sono diversi i tavoli di crisi aziendale aperti nel settore abbigliamento – spiega il segretario provinciale della Fisascat Cisl dei laghi – ma trovarsi nelle condizioni di rischiare il posto di lavoro per il mancato accordo sul rinnovo di un affitto è un qualcosa che non si può accettare».
È stato sollecitato anche l’assessore al commercio del Comune di Varese per sottoporre all’amministrazione il problema dei lavoratori a rischio in caso di mancato accordo sui rinnovi degli affitti delle molte attività commerciali non proprietarie degli edifici che le ospitano. «Negozieremo pertanto con Upim il ricollocamento del personale di viale Milano con estrema fermezza – conclude D’Aquaro – consapevoli che perdere oggi anche un solo posto di lavoro può comportare difficoltà di ricollocamento straordinarie. Resta sconcertante che si possano mettere in discussione l’occupazione per motivi non dettati da crisi aziendali, soprattutto in questo periodo».
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