Controlli tempestivi e tamponi al domicilio dei sospetti: le regole della fase 2
Definita la procedura di controllo del territorio per evitare la ripresa dei contagi. Dal controllo della temperatura in azienda sino alla certezza del contagio. Le Ats hanno 10 giorni per organizzare la rete di sorveglianza attiva

La riuscita della Fase 2 passerà da un’attenta analisi dei nuovi sospetti e dalle risposte tempestive circa l’eventuale positività al Covid con l’’indagine dei contatti avuti.
Regione Lombardia ha approvato una delibera che, di fatto, amplia la possibilità di effettuare i tamponi, concedendo anche ai medici di base e alle Unità speciali di continuità assistenziale i test a domicilio dei sospetti.
«Un’attenta sorveglianza dei cittadini sui luoghi di lavoro nella Fase2, tamponi su casi sospetti e monitoraggio dei contatti (contact tracing). Si basa su questi pilastri la ripartenza del motore della locomotiva lombarda – ha spiegato l’assessore al Welfare Giulio Gallera spiegando la delibera appena approvata – Tutto questo, in una fase così delicata, passa inevitabilmente anche dal senso di responsabilità dei singoli cittadini che devono continuare a osservare il distanziamento sociale e l’utilizzo dei dispositivi di sicurezza, unica vera arma per evitare nuovi contagi».
Cosa cambia?
In questa fase si rende necessario incrementare la sensibilità del sistema di sorveglianza e controllo delle malattie infettive attraverso la collaborazione di più soggetti non solo appartenenti al servizio sanitario regionale. Nella necessità di intercettare rapidamente l’insorgenza di nuovi casi sono coinvolti i datori di lavoro con la collaborazione dei medici competenti, nei meccanismi che anticipano l’emergere della segnalazione. L’indagine parte con il rilevamento della temperatura e, nel caso di febbre sopra i 37,5 gradi, si dà immediatamente segnalazione al medico curante che avvia il lavoro di raccolta dei contatti.
Una volta individuato un aspetto Covid, il medico deve:
A. disporre l’isolamento del paziente e degli eventuali contatti famigliari/conviventi e, dei contatti lavorativi ove già noti;
B. acquisire i dati per realizzare la segnalazione e ogni informazione utili all’indagine epidemiologica, compresi i nominativi dei contatti famigliari/conviventi per cui ha disposto l’isolamento domiciliare (OBBLIGATORIO); ‐ collettività coinvolte (luoghi di lavoro, scuola, etc); ‐ altre informazioni utili e rilevanti per la gestione dei casi;
C. inviare la segnalazione del caso ad ATS;
D. richiedere l’effettuazione dei test diagnostici per la ricerca di RNA virale (il MMG/PLS/CA se a domicilio, medico ospedaliero se in PS/ricovero; medico di struttura sociosanitaria per i propri assistiti).
TEST DIAGNOSTICI TEMPESTIVI
Il test diagnostico deve essere effettuato tempestivamente a far tempo dalla segnalazione alla ATS; nell’attesa, il caso sospetto va comunque trattato come caso accertato compreso l’isolamento dei contatti stretti. L’esecuzione del tampone, su indicazione delle ATS, avviene da parte delle strutture erogatrici (ASST e strutture private accreditate), che strutturano in specifici ambulatori, preferibilmente in modalità drive‐through. In caso di necessità il tampone può essere effettuato anche al domicilio, su indicazione di ATS e da parte di erogatori sanitari o sociosanitari accreditati (per es: ADI prestazionale), USCA o dalle équipe territoriali delle ASST.
RISULTATI DEI TEST
Effettuato il tampone al caso sospetto, se la ricerca di RNA virale ha dato esito positivo: o si procede alla conferma dell’isolamento del caso, o si procede alla conferma dell’isolamento dei contatti stretti, attivando il monitoraggio clinico da parte del MMG/PLS al fine di rilevare l’insorgenza di sintomatologia.
Anche per i contatti stretti sarà possibile richiedere il tampone
in presenza di sintomatologia è indicata l’effettuazione del test diagnostico per la ricerca di RNA virale,
in assenza di sintomatologia verrà comunque effettuato il test prima della conclusione della sorveglianza; ‐ negativo: o si procede a comunicare ai contatti la fine dell’isolamento, o il soggetto, ora non più sospetto COVID‐19, è rinviato alla valutazione clinica da parte del curante.
Il criterio guida: “L’esecuzione del test diagnostico va riservata prioritariamente ai casi clinici sintomatici/paucisintomatici e ai contatti a rischio familiari e/o residenziali sintomatici, focalizzando l’identificazione dei contatti a rischio nelle 48 ore precedenti all’inizio della sintomatologia del caso positivo o clinicamente sospetto”.
LA REGIA DI ATS
in base alle caratteristiche del territorio e alla numerosità delle richieste può istituire:
1. Ambulatori dedicati da riservare in via prioritaria per i tamponi di controllo della guarigione
2.Tamponi in modalità drive‐through in via prioritaria per i tamponi diagnostici dei soggetti con sintomi lievi. Tale modalità può essere attivata prevedendo un’elevata esecuzione di tamponi/ al giorno (indicativamente 100 tamponi/die).
3. Tamponi a domicilio da riservare a pazienti con sintomatologia o che, per vari motivi, non possono muoversi dia casa tramite USCA o ADI‐COVID.
Le ATS ora hanno dieci giorni per creare percorsi e modalità di accesso e garantire così il controllo tempestivo del territorio, fondamentale per l’avvio della graduale ripresa di tutte le attività.
«Le nostre finalità, in questa fase molto molto delicata – sottolinea il presidente Attilio Fontana – sono quelle di intercettare e gestire tempestivamente i casi di sospetti COVID-19 con il concorso dei diversi soggetti sanitari e insieme ai datori di lavoro. Così da intervenire rapidamente con gli strumenti di diagnosi e di controllo attraverso l’individuazione dei contatti e la disposizione dell’isolamento all’occorrenza, riconoscere e controllare l’insorgenza di nuovi focolai di malattia monitorando, in tempo reale, l’andamento epidemico. E gestendo al meglio l’utilizzo delle risorse del sistema sanitario».
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