Coronavirus: nessun “magheggio” sui numeri, dice il vicepresidente regionale Sala
il vicepresidente di Regione Lombardia Fabrizio Sala rigetta le accuse della Fondazione Gimbe sui dati e rivendica la trasparenza sulle comunicazioni in tema di coronavirus
«Non accettiamo che si parli di magheggi o che vogliamo dare dati positivi. Noi monitoriamo i dati ufficiali come fanno altre Regioni e prendiamo le decisioni migliori per i nostri cittadini».
Lo ha detto oggi il vicepresidente di Regione Lombardia Fabrizio Sala nel corso della trasmissione “Dentro ai fatti” di Tgcom24 in merito alle dichiarazioni del presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, che ha parlato di “magheggi sui numeri” da parte di Regione Lombardia.
«La Lombardia – ha aggiunto Sala – fa una comunicazione diretta e completa, tutti i dati analitici sono nel portale della Protezione civile con la quale comunichiamo giornalmente prima di dare i dati al pubblico e siamo sempre stati allineati con il Governo. Molti ricercatori lombardi mi hanno ricordato che nelle informazioni contenute nell’agenzia di Cartabellotta ci sono diversi errori in materia di comunicazione. Sul calcolo dell’ R0 o Rt non è vero che tutte le elaborazioni utilizzino la variabile dimessi/guariti».
«Non è bello – ha precisato il vicepresidente Sala – che ci siano scienziati che dicono cose diverse l’uno dall’altro. Prima di fare certe affermazioni, sarebbe opportuno fare tutte le verifiche del caso. Perché Regione Lombardia fornisce anche le curve di accelerazione del contagio e diamo gli stessi dati che, ad esempio, fornisce la Regione Veneto».
«Fra tre, al massimo sei mesi, la crisi economica rischia di uccidere di più del Covid. Se l’economia non si rimette in moto – ha sottolineato Fabrizio Sala – saranno guai anche per la sanità. La spesa sanitaria viene finanziata con le tasse: se non ci sono tasse, ci sarà anche un calo della qualità delle prestazioni sanitarie offerte, anche per curare altre patologie. Non siamo preoccupati, restiamo cauti pur sapendo che dobbiamo convivere con questo virus fino a quando non arriva il vaccino. Notiamo che all’interno degli ospedali in questo momento non stanno accedendo casi gravi e questo è un dato che si può appurare».
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