Frode delle mascherine: la guardia di finanza sequestra oltre 3 milioni di euro
I militari hanno agito sui conti di un'azienda il cui titolare è stato denunciato per frode. L'uomo aveva presentato false attestazioni per poter svincolare velocemente i suoi beni

Mascherine irregolari vendute a Regione Lombardia. La Guardia di Finanza di Como era intervenuta, lo scorso 27 febbraio, denunciando per frode il titolare di un’azienda. Ieri i militari hanno effettuato il sequestro di di € 3.356.904 depositati sui conti correnti di una società di capitali milanese.
La vicenda inizia nei momenti più concitati dell’epidemia sanitaria quando la penuria di dispositivi di protezione induce Regione Lombardia, attraverso ARIA S.p.A. (la stazione appaltante di Regione Lombardia) ad affidare alla società di F.B a fine marzo scorso, 5 affidamenti diretti per la fornitura di mascherine, camici e tute mediche da destinare all’emergenza COVID-19. Il valore complessivo degli affidamenti è pari ad € 13.970.000 dei quali € 10.490.000 sono stati già anticipati alla società, che però è stata in gran parte inadempiente; da qui, la denuncia per frode nelle pubbliche forniture (art. 356 c.p.) e l’emissione da parte dell’Autorità Giudiziaria lariana di un provvedimento di sequestro dei saldi ancora presenti sui conti correnti societari.
Si ricorda come F.B., sin dall’avvio della pandemia COVID, si sia dedicato all’importazione di dispositivi di protezione individuale ed altri dispositivi sanitari di produzione cinese. Per ottenere lo svincolo diretto dei beni, F.B. aveva però presentato, al momento dell’importazione, false attestazioni della destinazione dei beni ad Enti pubblici ed altri organismi impegnati nel fronteggiare l’emergenza sanitaria.
Tale destinazione si è resa al fine per poter accedere alla procedura semplificata di sdoganamento introdotta dai recenti Decreti Legge. Infatti, è stato accertato come, in due episodi, riguardanti l’importazione di complessive 622.000 mascherine, 42.000 di esse siano state destinate a imprese private, ubicate in Puglia e Lombardia, per finalità speculative.
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