Gallarate riparte con cautela e ottimismo
Alcuni negozi, centri estetici e bar del centro di Gallarate hanno riaperto a pieno ritmo lunedì 18 maggio: aspettano solo che i clienti, fiduciosi, ritornino da loro
Le serrande dei negozi del centro storico si rialzano, l’igienizzante mani prima di entrare nei bar, la distanza fisica palpabile tra cliente e i dipendenti: la fase 2 ha questo aspetto a Gallarate nel giorno della grande riapertura di ristoranti, negozi di abbigliamento, centri estetici e saloni di parrucchieri, lunedì 18 maggio.
Le vie principali sono animate da famiglie che passeggiano, file di clienti fuori dai bar e pasticcerie del centro, qualche passante entra nei negozi di abbigliamento che hanno già riaperto. Altri escono dalla basilica di S. Maria Assunta e si disperdono per i vicoli.
Alcuni locali stanno ancora sanificando e sistemando gli ultimi preparativi prima di riaprire, tra qualche giorno. Altri, invece, sono già in pista. Tra questi il salone di Rocco Longobardi, My way 9.9: «Abbiamo riaperto oggi e siamo pieni di prenotazioni per le prossime due settimane, sembra di essere sotto Natale».
Longobardi spiega come si sono organizzati: «Per fortuna il salone è grande e riusciamo a lavorare in dodici, tra estetisti e parrucchieri: tra un cliente e l’altro ci sono due metri di distanza; abbiamo chiaramente rinunciato alla sauna, che adesso non è possibile garantire ai nostri clienti». Tutti i dipendenti sono muniti di mascherine, guanti e anche di visiere protettive. « Ho notato un raddoppiamento del prezzo dei materiali che usavamo abitualmente, come i kimono usa e getta», conclude Longobardi.
Alcuni commercianti in questi mesi non hanno mai chiuso, come il calzaturificio di via Cadolini: «Da circa cinque anni prendiamo gli ordini dei clienti on line e facciamo le consegne a domicilio, quindi anche durante il lockdown abbiamo continuato a lavorare».
Anche la Torrefazione di via Manzoni è aperta dal 4 maggio, racconta Roberto Picerno: «Siamo aperti da due settimane, solo la parte degustazione e della vendita al dettaglio, mentre il bar lo abbiamo tenuto chiuso fino a oggi. I clienti erano pochi ma credo che adesso riprenderemo il solito ritmo: ne farò entrare due alla volta, così sarà gestibile, potranno bere il caffè al bancone dato che lo spazio per mantenere le distanze c’è. Chiaramente con l’obbligo del distanziamento sociale viene a mancare il momento conviviale tipico del bar». Non tutte le pasticcerie o i bar hanno deciso di far sedere i clienti: il panificio Colombo, ad esempio, continua ad effettuare il servizio d’asporto del panificio, mentre il bar è chiuso del tutto.
La vivace Nonna Bianca, sempre molto frequentata dagli studenti dell’istituto “G. Falcone”, ha riaperto a pieno regime: «Noi abbiamo cento posti a sedere, tutti distanziati», racconta Ezza Palamani, al bancone, «e siamo fortunati perché, oltre ai tavoli all’interno, abbiamo anche posto fuori e sul retro: grazie all’ampiezza del locale riusciamo a tenere due metri di distanza tra ciascun tavolo». I clienti hanno a disposizione il gel igienizzante: «Ne abbiamo messo uno per tavolo». I clienti – continua Palamani – oggi sono stati pochi, «si devono ancora abituare alla situazione: basta stare attenti e rispettare le norme. Molti hanno paura oppure sono confusi dalle molte informazioni, che però non sono mai del tutto chiare».
«Questa mattina stiamo allestendo il negozio, dato che in genere il lunedì apriamo sempre di pomeriggio», parla una dipendente dello storico negozio di abbigliamento Ghelfi, «per poter accogliere dopo quasi tre mesi i nostri clienti». Come in molti negozi d’abbigliamento, sarà obbligatorio, all’entrata, igienizzare le mani e indossare dei guanti usa-e-getta forniti dal negozio: «In questo modo potranno provare i vestiti in camerino».
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