“Gianfranco era un uomo molto generoso”
Ivana Brunato ricorda il sindacalista Gianfranco Parodini
Ivana Brunato ricorda Gianfranco Parodini
Sono tanti i miei ricordi di Parodini, per il quale ho sempre nutrito stima e affetto. Era il compagno di Gabriella e già questo lo rendeva speciale. Apparentemente con un carattere burbero ma in realtà di una generosità fuori dal comune. In ogni situazione, vuoi di posizionamento politico interno alla Cgil, al partito o di vertenzialità metteva in luce i pro e i contro e anche quando non condivideva, lui della “vecchia scuola” si atteneva alle decisioni prese, mai però rinunciando all’arte del dubbio. Lo ricordo come uno dei più bravi sindacalisti. Lui che ha ricoperto importanti incarichi di direzione confederali e di categoria era di poche parole ma sempre in grado al momento opportuno di intravedere la via di uscita, nel cercare quel punto di mediazione che consentisse di chiudere la vertenza con le lavoratrici e i lavoratori consapevoli del perché si doveva sottoscrivere un accordo o continuare a lottare. Amava leggere e scrivere la propria opinione su tante questioni, era sua abitudine, anche dopo il suo ritiro dall’attività sindacale, inviarci mail o suoi scritti tramite Gabriella.
Non amava molto l’attuale modo di fare sindacato. Lo giudicava distante, non in grado di leggere e interpretare realmente quello che sta accadendo. Ma lo confidava a pochi e se lo incontravi alle manifestazioni o in occasioni pubbliche te lo diceva sottovoce, ma per darti quel pungolo necessario a cercare di migliorare. Altri in questi giorni hanno già ricordato le sue capacità intellettuali di analisi e di proposta, le date gli incarichi ricoperti. Io lo voglio ricordare per la grande disponibilità data nell’andare a dirigere la categoria dei tessili – lui non più giovanissimo – e l’entusiasmo che ci mise per trasmettere la sua esperienza e i suoi saperi ai sindacalisti più giovani. Un’altra cosa importante credeva nella parità tra uomo e donna in tutti i campi, per sua convinzione personale e positivamente contaminato dall’aver vissuto con una compagna straordinaria come Gabriella, che era in tutti sensi capace di farsi rispettare e altrettanto capace sia in campo sindacale che politico. Quando ha raggiunto l’età della pensione ha deciso che si sarebbe ritagliato un tempo per se. Ricordo la fatica che feci per convincerlo ad accettare la nomina in una commissione per le autorizzazioni per le casse integrazioni, perché era persona competente e non potevamo permetterci che quell’incarico venisse vissuto solo come obbligo burocratico. Accettò e diligentemente restituiva tutte le sue informazioni, come è giusto che sia, alla confederazione e alle categorie interessate. A ogni scomparsa di compagni cari, scorre il nastro della memoria del loro e del mio vissuto e si cerca di rimuovere il vuoto che lasciano. Voglio esprimere alle figlie il cordoglio per questa morte che lui auspicava dopo il dolore per la scomparsa di Gabriella e che le condizioni precarie di salute hanno accelerato. Lo svilupparsi delle vicende personali non sempre consentono a pieno di capire perché si sacrificano affetti per svolgere ruoli sociali al servizio di altri, ma Paola e Annalaura che gli sono state vicine, siano certe che il loro papà è tra quelli che lasciano traccia indelebile nella storia del nostro sindacato e dei lavoratori e lavoratrici della nostra provincia e per questo sarà sempre ricordato.
Ivana Brunato
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