Dopo gli infermieri chiuso l’accordo sui bonus Covid anche con la dirigenza medica
L’accordo economico riconosce un premio globale di circa 55 milioni di euro, compresi oneri contributivi e fiscali, per l'impegno straordinario durante l'emergenza sanitaria

Dopo l’accordo raggiunto su infermieri e operatori sanitari, che riceveranno nella busta paga di giugno un premio una tantum fino a 1250 euro in base all’impegno di servizio nei reparti Covid degli ospedali lombardi, nella notte la Regione ha raggiunto un’intesa anche con le rappresentanze della Dirigenza Medica, Sanitaria, Veterinaria, Professionale, Tecnica e Amministrativa del Servizio Sanitario Regionale sulle risorse aggiuntive previste per l’emergenza COVID-19.
L’accordo riguarda due capitoli: ci sono l’intesa raggiunta sulla componente economica e l’apertura di un percorso di confronto su più temi.
L’accordo economico riconosce un premio globale di circa 55 milioni di euro compresi oneri contributivi e fiscali e riguarda risorse aggiuntive regionali per un totale di 24 milioni (fascia unica 1000 euro pro capite più 173 euro per chi svolge turni notturni), risorse del Cura Italia per circa 10 milioni a remunerare le condizioni disagiate di lavoro (turni notturni e festivi e reperibilità); risorse stanziate da Regione Lombardia per un totale di circa 22 milioni di euro come premio per il lavoro durante l’emergenza pandemica secondo le seguenti fasce:
Insieme al capitolo economico l’accordo riguarda anche l’impegno delle parti a proseguire il confronto, mediante incontri con cadenza ravvicinata, il primo dei quali è previsto per il 4 giugno, sui seguenti punti:
- misure di sorveglianza sanitaria e di sicurezza dei lavoratori, in correlazione con le diverse fasi della pandemia COVID in atto. In particolare si punta a uniformare il più possibile il comportamento delle aziende;
- applicazione degli artt. 1 e 2 del DL 34/2020 (cd Decreto Rilancio) sul rafforzamento dell’assistenza territoriale e sul riordino della rete ospedaliera, chiesti da anni e indispensabili per arginare il contagio COVID e assicurare le cure necessarie alla cittadinanza che non accede ai presidi ospedalieri;
- gestione del rapporto di lavoro, in considerazione dell’attuale assetto normativo e del diritto del lavoratore al recupero psico-fisico ed alla conciliazione dei tempi lavoro-famiglia: fruizione di ferie e permessi, accesso al lavoro agile, eventuale riposo compensativo per operatori impegnati nel trattamento di pazienti COVID in picco pandemico;
- remunerazione di prestazioni aggiuntive rese nella fase emergenziale e da svolgere per il progressivo recupero delle prestazioni ordinarie sanitarie e non;
- applicazione dell’art. 6 del CCNL 2016-2018 Area Sanità “Confronto regionale” come premessa alla costruzione di corrette relazioni sindacali finalizzate ad una fattiva collaborazione tra le parti;
- monitoraggio di accordi incentivanti e loro integrazione in presenza di nuove opportunità
legislative.
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