L’addio a Mario Lama: “Un grande esempio per tutto il paese”
Ex presidente di banda e corale, è scomparso a 79 anni. Il ricordo del direttore della corale Cadario e del sindaco Tardugno, che ha presenziato al funerale con fascia tricolore e gonfalone

Ci sono storie personali che si intrecciano con quelle di una intera comunità, storie di uomini che quando terminano il loro “passaggio terreno” lasciano un vuoto a tutto il paese. Storie come quelle di Mario Lama, 79 anni, di cui ieri – sabato 9 maggio – si è celebrato il funerale nella “sua” Caravate, seppure in forma ridotta per le restrizioni dovute al coronavirus.
Malato da tempo, Lama era un volto notissimo in paese, un po’ perché aveva lavorato a lungo come caporeparto alla Inda – quando la Inda impiegava mezzo paese – e un po’ (soprattutto) per il suo grande impegno che ha toccato diverse associazioni locali. Per questo alle esequie, oltre ai familiari, c’era anche il sindaco, Nicola Tardugno, con tanto di fascia tricolore per rappresentare l’intera cittadinanza. Amante della musica, Mario Lama era il presidente onorario della banda (dopo averla guidata per un quarto di secolo), è stato membro e presidente del Coro San Giovanni Battista ma era conosciuto anche per l’impegno con il Gruppo Alpini e nell’ambito parrocchiale.
«Ho voluto presenziare alle esequie in fascia e con il gonfalone – spiega Tardugno – perché è stata una perdita che ha scosso tutta la comunità: credo che per ricordare al meglio Mario sarebbe bello che tutti seguissimo il suo esempio di umanità, mitezza e impegno. Io mi tengo l’ultimo ricordo: il rinfresco dagli Alpini dopo le celebrazioni dello scorso IV Novembre, un momento di condivisione che mi resta nel cuore».
«La musica era una sua grande passione sotto ogni forma tanto che amava anche ballare, e lo ha fatto spesso in occasione delle nostre feste» ricorda invece Ezio Cadario, direttore del coro “San Giovanni Battista”. «Mario è stato innanzitutto una persona molto disponibile, con un carattere piuttosto forte, che ha dato tanto a Caravate. Nel mondo musicale è rimasto per circa cinquant’anni, a vario titolo tra la banda e il coro che ora è guidato da Mario Pegoraro. Ma il suo amore per l’arte non si fermava allo spartito: è stato anche valido scultore con il legno e mi fa piacere ricordare i lavori che ha realizzato. Quelli per gli Alpini, per i quali ha scolpito un’aquila, uno stemma e un cappello, ma anche quelli per la parrocchia e in particolare le statue di San Giovanni Battista e San Maurizio che sono state poste in chiesa, negli incavi del pulpito».
L’ennesimo servizio a una comunità che non lo dimenticherà tanto facilmente.
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