L’Italia riapre le frontiere, la Svizzera ci pensa: “Decisione unilaterale di Roma”

All'annuncio della riapertura delle frontiere italiane senza quarantena a partire dal 3 giugno la Svizzera risponde con freddezza: "Decideremo autonomamente". In settimana previsto un incontro con la ministro dell'Interno Luciana Lamorgese

Coronavirus, Cunardo, Ponte Tresa, Porto Ceresio deserte

La frontiera italiana aperta, quella svizzera chiusa. È questo ciò che potrebbe succedere a partire dal prossimo 3 giugno, la data che l’Italia ha scelto per la riapertura delle sue frontiere. Una circostanza che dalla Svizzera definiscono una «decisione unilaterale».

Nelle scorse ore la consigliera federale Karin Keller Sutter ha spiegato ai media elvetici che «la Svizzera deciderà autonomamente se consentire il rientro di persone provenienti dall’Italia. Con l’Italia ci siamo parlati la settimana scorsa, ma non abbiamo toccato il tema della riapertura». Le autorità svizzere nei giorni scorsi avevano infatti iniziato i colloqui con Francia, Austria e Germania per una riapertura prevista a partire dal 15 giugno mentre per i valichi a sud si era ipotizzato un progressivo allentamento dei valichi chiusi nel pieno dell’epidemia.

Per Keller-Sutter «è chiaro che la decisione di Roma è dovuta anche alla pressione economica, in particolare del settore turistico. È comunque previsto un incontro con la ministra degli Interni italiana, Luciana Lamorgese, nei prossimi giorni. È importante che ci coordiniamo in maniera stretta su questo tema con il Canton Ticino, che è stato molto colpito dalla pandemia».

Due settimane di tempo per discutere ma nelle quali non mancheranno le polemiche. Matteo Bianchi, deputato leghista del Varesotto, ha già diffuso una nota nella quale si dice sorpreso di “come il presidente Conte lanci annunci in prima serata sulla riapertura dei confini, senza aver consultato le autorità dei paesi confinanti” e per auspicare che “questo ennesimo pasticcio diplomatico, dettato dalla solita foga di apparire, non comprometta i rapporti di vicinato con un paese serio come la Confederazione Elvetica”.

Dal 3 giugno sì agli spostamenti tra Regioni e frontiere Ue aperte

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Maggio 2020
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Commenti

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    Scritto da lenny54

    Questi leghisti non mancano mai di fare propaganda elettorale anche con il virus. L’onorevole critica Conte affermando che la CH e’ un paese serio. Ma lo erano anche i suoi colleghi della Lega dei Ticinesi quando, allo scoppiare della pandemia avevano proposto la chiusura delle frontiere a tutti i frontalieri! Cosa ne sarebbe stato dell’economia ticinese? E i 4700 frontalieri che operano nella sanita in Ticino? E’ serio questo atteggiamento? Prima di fare sparate l’onorevole dovrebbe leggere e documentarsi-.

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    Scritto da carlo196

    Saranno seri ma, per quanto riguarda l’Italia, sono prevenuti visto che hanno concluso l’accordo con Austria, Germania e Francia ma non con noi. Oltretutto in Francia non sono messi tanto meglio di noi per contagi da coronavirus ed il Ticino ha avuto un maggiore numero di morti, in proporzione agli abitanti, rispetto alla confinante provincia di Varese.

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    Scritto da Felice

    L’Italia soffre di una politica internazionale debole, fatta soprattutto da persone incompetenti e per nulla influenti (Luigi Di Maio ministro degli esteri ne è un esempio).
    Così facendo qualsiasi paese si prende il diritto di scaricare una parte di loro responsabilità sul nostro paese buttando anche fumo mediatico nei confronti della popolazione. Lo si è visto all’inizio della epidemia, l’Italia è stata dipinta come l’untore d’Europa. Poi quando si è visto che il fenomeno non era così circoscritto come qualcuno voleva far credere allora sono tutti passati alla fase 2 del dileggio Italia…isolarla dal resto del mondo.
    Ovviamente nulla toglie che in questa grande operazione di ribaltamento delle responsabilità questi politici stranieri trovano un grande alleato nei nostri politici che soffrono sempre di scarsa memoria storica e di un opportunismo elettorale che gli consente di innescare frequenti giravolte e controgiravolte.
    In Italia sappiamo benissimo che ci sono solo 4 regioni con situazioni di contagio più critiche. Facendo leva su questo il nostro paese è stato tenuto fuori dalla lista dei paesi dove riaprire dei corridoi turistici europei.
    In aggiunta e per farvi capire il dilettantismo politico europeo tali corridoi non necessitano di lasciapassare sanitario….ora a mente lucida non mi sembra che andare in Francia in vacanza sia meno rischioso che andare in Sicilia…anzi!

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