Nel basso Verbano il rilancio della bicicletta passa dalla sicurezza

Con un po' di manutenzione e alcuni semplici interventi urbanistici si potrebbe realizzare una rete riservata alla mobilità sostenibile che attraversi i comuni del basso Verbano. Un progetto che Lorenzo Franzetti, titolare della Bottega del Romeo di Ispra, porta avanti insieme a sua moglie Alessandra Doridoni nell'ambito della "Mangia, bevi e bici"

bicicletta

Quando si parla di mobilità sostenibile quello che subito viene in mente è come sarebbe possibile ridurre la circolazione di auto e altri mezzi inquinanti nelle città. Quello del traffico, però, è un problema che interessa anche i centri abitati più piccoli, dove il trasporto pubblico è poco presente e l’automobile spesso sembra essere l’unica alternativa.

Eppure, grazie ai dislivelli non troppo intensi e alla presenza di molti percorsi secondari, i comuni del basso Verbano sarebbero luoghi adatti dove sviluppare delle vie riservate alla mobilità dolce, in modo da rendere più agevole il percorso casa-lavoro, ma anche dare slancio al cicloturismo e generare effetti positivi sull’economia locale.

«Sono molte – spiega Lorenzo Franzetti, titolare della Bottega del Romeo di Ispra e ideatore insieme a sua moglie Alessandra Doridoni della “Mangia, bevi e bici” – le persone che ogni anno raggiungono le loro seconde case sul Lago Maggiore, e una volta arrivati spesso utilizzano la bicicletta per spostarsi. A Ispra, inoltre, abbiamo il Jrc. Molti dipendenti del centro di ricerca sono assunti con contratti piuttosto brevi, quindi una buona parte di loro rinuncia all’acquisto di un’auto e preferisce andare al lavoro in bicicletta. I cittadini del nord-Europa solitamente sono più abituati a spostarsi in bici e hanno anche un’idea di cicloturismo più consolidata rispetto agli italiani».

La bicicletta è quindi una realtà già affermata nel basso Verbano, ma non mancano alcuni problemi che rendono difficile utilizzarla come mezzo di trasporto affidabile. Tra questi il principale è la sicurezza. «Il traffico – racconta Franzetti – è un rischio importante per chi viaggia in bicicletta, e anche nei paesi più piccoli ci sono punti critici molto pericolosi. Il traffico si può evitare grazie ad alcuni percorsi alternativi lontani dalle strade principali, ma solo chi conosce bene il territorio sa dove si trovano».

Ma forse sono proprio questi percorsi la risorsa migliore per garantire la sicurezza dei ciclisti e rilanciare la mobilità dolce nel basso Verbano. «Nell’ambito della “Mangia, bevi e bici” – spiega Franzetti – stiamo cercando di convincere le amministrazioni locali ad effettuare la manutenzione dei sentieri che attraversano i campi e i boschi, in modo da tracciare dei percorsi permanenti che colleghino le attività e i punti di interesse del territorio. Nei centri abitati basterebbe invece rinunciare a qualche fila di parcheggi, allargare alcuni marciapiedi e restringere delle strade. Non si tratta di interventi costosi, ma bisogna trovare il coraggio di realizzarli. Per il momento speriamo che i fondi stanziati da Regione Lombardia per i comuni verranno utilizzati anche per dare nuovo slancio alla mobilità sostenibile».

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Pubblicato il 19 Maggio 2020
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