Primo Maggio, attori e musicisti: “Viviamo nell’incertezza”
La Festa del Lavoro assume un significato particolare per coloro che lavorano nel settore dello spettacolo e che chiedono risposte concrete
«Il problema è il silenzio che sentiamo intorno a noi». È un Primo Maggio che assume un significato particolare per coloro che lavorano nel settore dello spettacolo. Per loro i motori si sono spenti a fine febbraio e il ritorno ad una attività normale è molto lontano. Basta pensare al tradizionale Concertone che oggi verrà trasmesso solo in tv, alle piazze e alle strade vuote che dovranno fare a meno di musica e teatro e a tutti gli eventi cancellati fino ad ora.
Musicisti, attori, tecnici, organizzatori di eventi infatti, si trovano in una situazione di grossa difficoltà e chiedono risposte concrete. «Aspettiamo il decreto del Ministro Dario Franceschini (ieri mattina ha ascoltato in streaming una rappresentanza di artisti ndr), quello che è stato proposto fino ad ora è vergognoso, penso al Netflix della cultura ad esempio. Il teatro è fatto per avere un pubblico dal vivo», spiega Gabriele De Luca, regista, attore e fondatore della Compagnia Orfeo. «Questo momento però può essere l’occasione per fare tavoli dedicati alla cultura che permettano di trovare risposte a problemi che esistevano anche prima dell’emergenza, così da poter ripartire in modo esplosivo. È un periodo che ci può insegnare come affrontare i problemi e non solo quelli legati al mondo del cinema e del teatro».
«La cultura è da sempre considerata un “non lavoro” e adesso paga un prezzo più alto – spiega Paola Manfredi del Teatro Periferico, una delle compagnie più attive sul territorio -. È comprensibile che in questo momento ci siano urgenze maggiori da affrontare, ma abbiamo bisogno di risposte concrete. Stiamo cercato soluzioni temporanee, molti stanno utilizzando il web, ad esempio e noi pensiamo ad una programmazione estiva in spazi aperti. Credo però sia necessario pensare al futuro e capire le modalità con cui si potrà svolgere il nostro mestiere».
«Speriamo di riprendere le attività in autunno – spiega Silvia Sartorio, attrice e insegnate di teatro, libera professionista e assessore alla Cultura del Comune di Besozzo -. Il rischio è che alcune realtà non riescano a superare questa emergenza. Al momento i corsi e le programmazioni teatrali sono bloccati e molte compagnie sono in difficoltà. Dall’altra parte, questo momento ci costringe a cercare nuovi modi per coinvolgere il pubblico e nuove forme espressive». «Credo che se fossimo più uniti sarebbe più facile far sentire le nostre voci», osserva l’attrice Valentina Maselli, «Muoversi nella stessa direzione e creare una collaborazione tra noi può essere di grande aiuto».
In questa situazione di emergenza ci sono anche coloro che vivono di musica e che giornate come questa sono abituati a viverle sui palcoscenici: «È un giorno che assume una importanza duplice – spiega Marco Ulcigrai, musicista e cantante de Il Triangolo -. È importante celebrare questa giornata per tutti i lavoratori che si trovano in difficoltà e per tutti noi che viviamo di musica. Non solo per gli artisti ma anche per i tecnici, i montatori e tutti coloro che lavorano dietro ai palcoscenici. Leggo tante ipotesi per il futuro ma per ora nessuna risposta concreta». «La cultura è lavoro ed è un grande motore – spiega il musicista e produttore Vittorio Cosma -. In questo momento è importante trovare risposte concrete per i lavoratori del settore. Ed è importante ricordare l’importanza della musica, del teatro, del cinema. La cultura permette all’uomo di essere libero, migliore e più consapevole».
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