Il ricordo di Mia Martini vive per sempre

Venticinque anni fa, a Cardano al Campo, moriva la grande artista, oggi sepolta al cimitero di Cavaria, il paese dove viveva il padre con cui lei e la sorella Loredana Bertè avevano avuto un rapporto contrastato

Tomba Mia Martini Cavaria con Premezzo

A distanza di 25 anni, il ricordo di Mia Martini non muore. La sua voce straordinaria, la parabola umanissima dell’artista sofferente l’hanno consegnata alla dimensione del mito.

Ma è anche una presenza in qualche modo familiare, che si sente al cimitero di Cavaria con Premezzo, dove Mia riposa dal 1995, quando morì a Cardano al Campo, vicino o poco distante dal paese dove risiedeva suo padre, il professor Berté.

La sua tomba è sul lato destro del cimitero di Cavaria, in via Tito Minniti, lambita in questi giorni d’inverno dall’ombra lunga delle cappelle che circondano il camposanto. La si nota per l’immaginifico monumento funebre, con un mappamondo quasi trafitto dal disco in cui spicca la foto di “Mimì” sorridente: sotto non manca mai – neanche in questi giorni – un fiore.

L’anno scorso di Mia Martini si era parlato molto anche perché era appena uscita la fiction Rai con Serena Rossi, che aveva riacceso l’interesse verso la sua figura e la sua opera. Erano arrivati tanti fan, anche da lontano, come ci raccontava Daniela Rabolli, che ogni anno – a maggio – organizzava il Premio Mia Martini.

Al cimitero di Cavaria c’è però anche tanta gente del paese che, passando al camposanto, si ricorda di Mimì: Mia Martini, che ha cantato in tante lingue e dialetti, ha trovato affetto ed è ricordata anche qui, in questo paese di fabbrichette così lontano dal borgo della costa tirrenica di Calabria – Bagnara – che ha dato i natali a lei e a Loredana Bertè.
Dal 2017 accanto a Mia Martini è sepolto anche il padre Giuseppe Bertè, dirigente scolastico di molti istituti varesini, ricordato per il carattere severo da Mimì e da Loredana Bertè, in canzoni e interviste.

Anche quest’anno il Comune ha reso omaggio a Mia Martini

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 12 Maggio 2020
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