Tamponi ai pazienti curati a casa. Via libera ai medici di famiglia

Da mercoledì 13 maggio, saranno i medici ad attivare la sorveglianza per chi denuncia sintomi da Covid. Saranno fatti entro 48 ore nelle tensostrutture di Ats o al domicilio. “ Ora la partita è nelle nostre mani" commenta il medico di famiglia Giovanna Scienza

tendone croce rossa per tamponi covid

Da domani, mercoledì 13 maggio, i medici di medicina generale potranno richiedere i tamponi per i pazienti curati al domicilio. Ats Insubria ha definito il modello di attuazione della delibera assunta da Regione Lombardia il 7 maggio scorso.

Alla segnalazione di un sospetto contagio da Covid19, il medico deve fare immediata segnalazione attraverso la piattaforma digitale regionale e richiedere tamponi diagnostici all’esordio dei sintomi. Il tampone verrà effettuato, indicativamente entro 48 ore dalla segnalazione prioritariamente presso le tende posizionate nei vari punti del territorio di ATS o da parte di personale di ASST, o tramite USCA o ADI‐COVID, al domicilio dell’assistito per i soggetti che non sono nelle condizioni di recarsi presso le tende (soggetti con sintomatologia importante, soggetti fragili, senza auto o con condizioni socio assistenziali tali da non permettere l’accompagnamento).

I medici potranno chiedere anche i test sierologici: per quei pazienti che hanno presentato una sintomatologia compatibile con quadro di Covid,  segnalati prima del 7 maggio, dopo 14 giorni di clinica silente e non già ricompresi in categorie per cui sia previsto il tampone per il rientro al lavoro o nel contesto sociale e che non abbiano già concluso la quarantena.

Le segnalazioni ai medici di base potranno arrivare anche dal personale sanitario non medico.

Appena avuta notizia di un caso sospettosi dovrà:

A. disporre l’isolamento del paziente e degli eventuali contatti famigliari/conviventi e, dei contatti lavorativi se già noti;
B. acquisire i dati per realizzare la segnalazione e ogni informazione utili all’indagine epidemiologica tra cui:
‐ sintomi
‐ data inizio sintomi
‐ i nominativi dei contatti famigliari/conviventi per cui ha disposto l’isolamento domiciliare;
‐ collettività coinvolte (luoghi di lavoro, scuola, etc);
C. inviare la segnalazione del caso ad ATS

Sulla base delle informazioni ricevute ATS completa l’inchiesta epidemiologica: identifica tutti i contatti e le collettività coinvolte, conferma l‘isolamento già effettuato e ne attiva di nuovi ove necessario e applicabile. Inoltre ATS richiede ai Comuni, ove necessario, la collaborazione per la verifica dell’adeguatezza dei locali per l’isolamento domiciliare. Particolare attenzione dovrà essere rivolta ai pazienti con i fattori di rischio che sono associati a decorsi più aggressivi della patologia COVID‐19.

«La partita ora è in mano nostra – afferma la dottoressa Giovanna Scienza della Cooperativa Medici Insubria – Chiedevamo da tempo la possibilità di agire in autonomia e tempestivamente per avere tamponi e test sierologici. Ora siamo sentinelle importanti. Questa attività ci richiede sicuramente un lavoro aggiuntivo ma è fondamentale per avere certezza immediata dei nuovi casi e fermare il contagio».

La medicina del territorio, quindi, da decenni fanalino di coda di un modello sanitario che ha centralizzato le cure negli ospedali, torna ad avere il giusto posto nel sistema di sorveglianza e assistenza da cui dipende anche l’evoluzione dell’emergenza sanitaria e il ritorno a una, pur attenta, normalità.

Il modello ideato da Regione Lombardia poggia proprio su due principi: incrementare la sorveglianza epidemiologica e individuare precocemente i casi e i loro contatti con lo scopo di riconoscere e controllare l’insorgenza di nuovi focolai di malattia.

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Pubblicato il 12 Maggio 2020
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