Ubi Banca, nel primo trimestre raddoppia l’utile netto

L’utile netto si è attestato a 93,6 milioni. L'istituto guidato da Victor Massiah si dimostra solido nei fondamentali e resiliente rispetto alla crisi innescata dal coronavirus. Migliora la qualità del credito

ubi banca apertura

Nonostante il coronavirus, l’emergenza sanitaria e il lockdown che hanno stravolto la vita di persone e imprese e naturalmente anche la tenuta dei mercati, la trimestrale di Ubi Banca conferma la solidità dell’istituto di credito guidato da Victor Massiah.  L’utile netto si è attestato a 93,6 milioni (più che raddoppiato rispetto ai 38,1 milioni del 4trim2019 e +12,2% rispetto agli 83,4 del 31 marzo dello scorso anno), nonostante significative rettifiche analitiche aggiuntive effettuate in modo mirato sulle inadempienze probabili nei settori maggiormente colpiti dalla crisi Covid19.

SOLIDITÀ COMPLESSIVA E QUALITÀ DEL CREDITO

Il CET1 FL ratio, l’indice che percentualmente indica la solidità di una banca, è salito al 12,86% (+57 bps vs 31.12.2019) e il Total capital ratio al 17,05% (+122 bps vs 31.12.2019), i crediti deteriorati lordi sono scesi ulteriormente del 2,4%, grazie esclusivamente al work-out interno, attestandosi al 7,5% dei crediti lordi (6,7% pro-forma tenendo conto della cessione massiva di circa 800 milioni di sofferenze in corso di lavorazione). Altro buon segnale è il Texas ratio (rapporto che indica i problemi di credito di una banca) in netto calo, si attesta al 48,8% (era il 55,13% a fine 2019). La qualità del credito performing è ulteriormente migliorata (componente ad alto rischio scesa al 2,7%). Il tasso di default è conseguentemente diminuito all’1% inclusivo della nuova definition of default.

LA REAZIONE ALL’EMERGENZA SANITARIA

Ubi Banca ha reagito subito alla crisi innescata dal Covid19 – e forse è questo il motivo di questa performance “miracolosa” in piena pandemia –  a tutela dei dipendenti e della clientela, facendo leva anche sull’efficacia e flessibilità dei sistemi informatici e delle strutture organizzative che si sono confermati all’altezza dell’emergenza. Il Gruppo si è  attivato per poter offrire ogni tipo di supporto alla clientela  e facendo leva su un sistema IT collaudato è riuscito ad adeguare in tempi rapidi il modello di business a un contesto totalmente cambiato, fornendo alla clientela tutte le risposte e i servizi che venivano richiesti.

Tutti i gestori small business, premium, private e corporate (oltre 4.700 persone) sono stati abilitati alla vendita a distanza, in grado di offrire prodotti e servizi (consulenza finanziaria, prodotti di finanziamento, ecc…) gestendo anche la contrattualistica da remoto. Ciò ha consentito di proseguire l’attività commerciale anche durante il picco della crisi.

Il 1 aprile Ubi Banca ha varato il piano “Rilancio Italia”, un programma di sostegno finanziario fino a 10 miliardi di euro per le imprese, le famiglie e il terzo settore. Denaro dedicato agli anticipi della cassa integrazione, finanziamenti per garantire alle aziende nuova liquidità, oltre che alla sospensione delle rate di mutui e finanziamenti, con interventi che combinano l’esigenza di affrontare l’urgenza del momento con l’intento di sostenere la ripresa economica nei prossimi mesi.

L’istituto di credito si è attivato per consentire il miglior accesso – anche a distanza – alle opportunità offerte dai Decreti varati dal Governo. Le moratorie concesse hanno raggiunto le 130.000 unità, di cui il 50% circa, in termini di debito residuo, in Lombardia.

Ubi è stata tra le banche più tempestive e veloci nel processare le richieste di finanziamento fino a 25.000 euro, grazie alla definizione di procedure fluide e rapide in collaborazione con SF Consulting, partecipata del Gruppo: al 7 maggio, i finanziamenti che hanno ottenuto la garanzia e pronti all’erogazione ammontano al 40% del totale di sistema. La solidità patrimoniale della Banca e la responsività alle esigenze del territorio hanno comportato la realizzazione di iniziative a supporto di famiglie e imprese in proporzioni significativamente superiori alle naturali quote di mercato del Gruppo. È stata inoltre firmata la convenzione per l’erogazione di finanziamenti con garanzia Sace, società di Cassa depositi e prestiti.

Le misure igienico-sanitarie adottate da Ubi Banca hanno consentito al gruppo di tenere aperte, seppur con orari ridotti, tutte le filiali con l’eccezione di alcuni mini-sportelli. La possibilità di lavorare in smart working è stata abilitata per tutti i dipendenti del Gruppo, con la predisposizione di 20.000 postazioni di lavoro remoto, utilizzate al picco della crisi dal 50% circa dei dipendenti.

Il servizio alla clientela è proseguito anche nel contact center, che ha lavorato con piena operatività in smart working. Per garantire il miglior servizio alla clientela, il contact center è stato potenziato con risorse provenienti dalla rete commerciale raggiungendo un totale di circa 420 persone a contatto con la clientela.

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 08 Maggio 2020
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

  1. Nicola La Palombara
    Scritto da Nicola La Palombara

    Gentile Direttore,

    ho letto con molto interesse la notizia riguardante l’aumento degli utili registrato da UBI nel primo trimestre di questo anno. Visto il contesto internazionale di grave crisi economica, dovuta alla pandemia in corso da COVID 19, tale risultato è da considerare ancora più positivo. In quanto titolare di un conto corrente presso tale banca, questa notizia dovrebbe gratificarmi, in quanto indicativa della solidità ed affidabilità della banca che custodisce i miei risparmi. Invece, purtroppo devo dire che mi irrita notevolmente.

    L’irritazione è dovuta al fatto che, proprio mentre la UBI aumentava considerevolmente i suoi utili, la stessa banca ha aumentato in modo smisurato anche i costi di gestione applicati ai conti correnti. Nel caso del mio conto corrente, gestito tramite home banking, tra il giugno 2018 ed il febbraio 2020 sono stati effettuati ben 5 aumenti consecutivi al costo di gestione on-line: in questo arco di tempo la tariffa applicata è passata da 2,26 a 9,07 euro mensili. Un aumento pari ad un fattore 4 nell’arco di poco più di un anno e mezzo. Di conseguenza, solo per poter accedere on-line alle informazioni relative al mio conto corrente, ora mi trovo a dover pagare oltre 100 euro all’anno. E tutto questo al netto delle imposte, delle varie assicurazioni e dei costi delle singole operazioni, che portano il costo totale del conto corrente a superare i 200 euro all’anno.

    Proprio quando la digitalizzazione delle informazioni dovrebbe portare ad una riduzione dei costi, le spese di gestione del conto corrente sono aumentate in modo abnorme. Ovviamente non ho mancato di fare le mie rimostranze presso la banca ma, come potevo aspettarmi, non è servito a nulla. Il mio referente ha giustificato gli aumenti applicati sia con il cambiamento di alcune normative, che hanno comportato costi maggiori, che con la diminuzione della redditività di tante attività bancarie, a partire dai mutui; inoltre, ha chiamato in causa l’invecchiamento della popolazione, che comporta una diminuzione degli investimenti e delle attività finanziarie (in quanto gli anziani sono meno “vivaci” dal punto di vista economico).

    Perciò non posso fare a meno di constatare il contrasto stridente tra l’aumento degli utili della mia banca e l’aumento dei costi del mio conto corrente. Posso solo concludere che, nonostante io sia un cliente UBI da quasi trenta anni, dalla mia banca vengo considerato semplicemente un limone da spremere.

    Distinti saluti,

    Nicola La Palombara

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.