Ad Azzate il carrello solidale ha “fatto il pieno”
La Caritas ha gestito i prodotti donati dai clienti del supermercato del paese. Una comunità che si è dimostrata attenta e generosa
Quando Glauca è arrivata alla Caritas di Azzate si è guardata un po’ in giro e ha deciso: tutto quello che passava da lì andava ordinato in un bel foglio excel. I beni donati, le quantità, le famiglie sostenute: bene la buona volontà, ma niente improvvisazione. Ed è così che, anche in piena emergenza Covid-19, il gruppo, che è sempre stato attivo, è riuscito a gestire al meglio le cose.
La comunità di Azzate è stata tra le prime ad avere l’idea del carrello solidale: l’iniziativa è partita da Alessandra Colli, consigliere comunale del gruppo di minoranza ma anche soccorritrice dell’Sos Valbossa ed è stata raccolta dal vicesindaco Simona Barbarito. Presi gli accordi con il responsabile del Tigros di Azzate, il progetto si è poi allargato a tutti gli altri supermercati.
I risultati sono stati sorprendenti e grazie alla precisione di quel foglio excel è possibile sapere cosa è stato donato in questi mesi, tra aprile e maggio. Solo quale esempio: 298 kg di pasta, 74 di riso, 260 confezioni di pelati, 122 di legumi, 331 confezioni di tonno, 123 scatole di biscotti, 82 bottiglie d’olio, 63 scatole di caffè, 10 pacchi di pannolini, 56 omogeneizzati, 174 alimenti di vario genere. Insomma, un bel “bottino” che ha aiutato una trentina di famiglie seguite dalla Caritas, alle quali si aggiungono le 50 sostenute dal Comune.
La gestione della spesa è stato un lavoro di squadra meticoloso che ha visto in campo Glauca, Anita, Giovanna ed Ernesta, la titolare dell’edicola del paese, da sempre in prima linea per aiutare le scuole e le associazioni. I prodotti venivano ritirati dai carrelli tutti i giorni, portati nella sede della Caritas e lì selezionate dalle volontarie, che distanziate tra loro e in tutta sicurezza, preparavano le borse della spesa che la Protezione Civile distribuiva alle famiglie.
Volontari e “utenti” erano suddivisi per zone e le consegne venivano organizzata settimanalmente. Un meccanismo rodato che ha agevolato il lavoro di tutti.
La Caritas ora è tornata al suo lavoro ordinario, con qualche famiglia in più da seguire. È aperta il sabato mattina e può contare su undici volontari. Si torna anche a raccogliere il cibo in chiesa: da sempre infatti sotto la statua di Sant’Antonio si trova un cesto, dove è possibile lasciare cibo “secco” sulla base delle richieste fatte dall’associazione che ogni settimana espone un cartello con i prodotti in esaurimento.
C’è poi un’altra iniziativa che merita di essere segnalata il “pane sospeso” che prosegue anche a emergenza finita: in panetteria è possibile lasciare il resto o donare qualche moneta che verrà convertito in buoni spesa da due euro, da spendere appunto per acquistare il pane.
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