Il bonus agli operatori sanitari fa litigare i sindacati

Dura nota sia di Fials sia di Nursing Up contro la decisione di Regione Lombardia di alzare i premi per gli operatori ma "attingendo a fondi del Decreto Rilancio, già previsti per il comparto sanità"

coronavirus

Fials e Nursing Up contro i sindacati confederali. La questione del bonus agli operatori deciso da regione Lombardia e sottoscritto solo da Cgil, Cisl e Uil fa litigare le sigle dei lavoratori del comparto dopo che il riconoscimento spettante a ciascuno dei lavoratori rischiava di essere decurtato per le tasse. La soluzione trovata per confermare interamente il premio viene comunque contestata dai due sindacati:

« CGIL-CISL e UIL con Regione Lombardia arrancano e provano a correre ai ripari – commenta in una nota la Fials – Dopo aver sottoscritto un accordo “a loro insaputa” nel quale venivano accollati ai lavoratori anche tasse (IRAP) che SONO A CARICO DEL DATORE DI LAVORO. Smascherati dalla FIALS (che ha messo in evidenza questa oscenità), CGIL CISL e UIL si sono precipitate in Regione per concordare una soluzione che è peggiore della “svista”.
Organizzazioni sindacali che tolgono 28 milioni di euro destinati ai lavoratori per consentire alla Regione di pagare le tasse a carico delle aziende. Questi signori, per mantenere rapporti “privilegiati”, dopo aver svenduto i lavoratori con il mancato aumento delle RAR, mettono ancora le mani nelle tasche dei lavoratori. 28.000.000 € per il disagio e la premialità per sostenere che le quote sono rimaste invariate consentono di attingere a risorse che il governo ha stanziato per i lavoratori».

Molto critica è anche la sigla Nursing Up con il Presidente del Nursing Up Antonio De Palma: «Hanno voluto evitare di finire sommersi da un mare di polemiche. Hanno compreso che la strada intrapresa, dimezzando il premio per il personale sanitario, avrebbe scatenato un vero e proprio putiferio. E noi come sindacato siamo ben felici. Ma quanto accaduto in seno alla Regione Lombardia, nel pomeriggio di venerdì, con lo stanziamento di fondi supplementari, fino a toccare un benefit, ricordo una tantum, per infermieri e medici, che sfiora i 1000 euro dai 600 iniziali previsti, non deve far assolutamente gridare al miracolo!
Da dove arrivano questi soldi? Il denaro extra che gli infermieri lombardi protagonisti della lotta al covid si ritroveranno in busta paga faceva già parte di risorse assegnate dal Governo per la spesa del personale, da impiegare nei prossimi mesi dell’anno 2020. I 31,6 milioni di euro extra che saranno elargiti, tolte le tasse, arrivano dal famoso Dl Rilancio. Ricorderei a questa gente, e anche a chi vuol far credere che sono state individuate risorse aggiuntive per rimediare, rispetto ai fatti che noi ci siamo precipitati a denunciare, che invece si tratta di soldi dei quali il Governo aveva già autorizzato la disponibilità in favore delle Regioni, e che quindi queste avevano già nella loro disponibilità per l’anno 2020 come aumento di spese del personale, peraltro destinate anche ai fondi contrattuali per le condizioni di lavoro e incarichi del personale del comparto sanità, che ora , pertanto, non potranno utilizzare le risorse che sono servite per costruire questa “toppa” . Nulla di aggiuntivo, se non questo. Non ci può che far piacere che gli infermieri che hanno lottato più di altri contro la pandemia abbiamo questi 900-1000 euro che fanno comodo alle loro famiglie. Ma continuiamo a ripeterlo, i premi una tantum non ci bastano. E soprattutto non ci strappiamo i capelli quando appare palese che veniamo pagati con soldi che già ci erano stati destinati»

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Giugno 2020
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