In che categoria giocherà il Varese? “Dove potremo coltivare le nostre idee”
Le normative in vigore questa estate danno maggiore possibilità alle fusioni tra club. Il Città di Varese, promosso in Seconda, quale strada seguirà?
Le ultime estati del Varese Calcio – lo chiamiamo così per intenderci, saltando a piè pari le varie denominazioni ufficiali – sono sempre state all’insegna della incertezza, fino a quando (dodici mesi fa) la vecchia società del presidente Benecchi ha di fatto cessato di esistere in mezzo a promesse vane, debiti insoluti e organici svuotati.
Da quel definitivo appassimento, l’unica realtà nata all’ombra del Sacro Monte che si è meritata l’interesse degli appassionati è quella del Città di Varese: una società ripartita dal basso – che più in basso non si può: la Terza Categoria – con lo scopo di non disperdere un patrimonio di passione e di sport arrivato sino ad accarezzare la Serie A nel 2012. Missione compiuta, perché il team del presidente Stefano Pertile ha saputo farsi accompagnare da centinaia di tifosi a ogni occasione (comprese le varie entità organizzate: dal Club Passione Biancorossa alla Curva Nord) oltre che vincere sul campo il campionato, stoppato dal coronavirus. (foto in alto: Ezio Macchi)
La squadra ha dunque ottenuto la promozione in Seconda Categoria e l’attuale situazione post-Covid-19 mette il Città di Varese al centro di numerose voci di un ulteriore “salto in alto”. Le normative in vigore (solo) quest’anno aumentano infatti le possibilità di fusione (decisivo, in questo senso, il campionato FIGC già disputato) e una piazza come Varese non può che attrarre attenzioni da varie parti. Ricambiate? Sì, sulla carta perché, ricorda il vicepresidente Stefano Amirante «Questa società è nata per mantenere viva la fiamma del calcio cittadino e se sarà possibile tornare a un livello maggiore, lo faremo. Quindi se qualcuno che ha i titoli sportivi necessari vuole affiancarci, siamo disponibili a parlare con tutti, ben sapendo che la filosofia di base dev’essere quella che ci ha contraddistinto in questo primo anno».
Amirante fa un esempio che ben descrive ciò che vuole dire: «Tra il comprare un attaccante in più e il sistemare un campo per far allenare la squadra, non ci devono essere dubbi: la via da percorrere è la seconda che ho detto. La nostra idea di calcio è quella di fare non fare passi più lunghi della gamba, di costruire qualcosa di duraturo». Pochi proclami e tanto lavoro, insomma, e in questo il Città di Varese è favorito, perché pur essendo in Terza Categoria, ha accanto tante persone che si spendono per l’attività: di fatto è già abbastanza strutturato.
Di trattative ufficiali non si parla: le voci si concentrano sul Busto 81 (che dall’Eccellenza è salito in Serie D) ma al Città di Varese preme maggiormente l’altra parte, quella del calcio giocato e dei concetti che stanno alla base della ripartenza biancorossa. «Intanto l’esperienza in Terza ci ha molto responsabilizzato, perché abbiamo capito che a tutto il mondo vicino al vecchio Varese è piaciuto il nostro cammino. Tanta gente è passata almeno qualche volta dalle nostre partite, si è divertita, ha fatto i complimenti ai giocatori – conclude Amirante – Non so quale sarà la serie in cui giocheremo, però posso tranquillamente dire che noi intanto ci prepariamo per disputare la Seconda Categoria con una squadra di ragazzi fantastici: comunque andrà, faranno parte della storia di questa società perché sono stati i primi a darci credito, accettando anche di giocare gratis pur di far parte della “spedizione”».
Un viaggio che, curiosamente, si è concluso in una data-simbolo, il 13 giugno: nel giorno che dieci anni fa vide il Varese riaffacciarsi alla Serie B (con la finale di ritorno contro la Cremonese, decisa dalla doppietta di Buzzegoli), quest’anno il Città di Varese ha ricevuto l’ufficializzazione della promozione in Seconda Categoria. Livelli di gioco distanti anni luce, ma la passione è la stessa.
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