Cinque i casi Covid al Circolo: “Situazione migliorata ma continuiamo a essere prudenti”

Il professor Francesco Dentali ha gestito 170 letti di cure ad alta intensità al Circolo. Racconta ciò che ha visto, imparato e cosa prevede per il futuro

coronavirus

Sono cinque i pazienti covid ricoverati oggi all’ospedale di Varese nel reparto “hub” gestito dal professor Francesco Dentali. « Presentano una situazione clinica più blanda rispetto al passato. Ma di questa malattia sappiamo, ancora oggi, talmente poco, che ritengo sia fondamentale l’invito alla prudenza anche nei prossimi mesi».

La situazione pandemica sta migliorando in alcune aree del mondo mentre in altre è ancora estremamente difficile: « In Italia le curve sono in discesa, la sintomatologia meno preoccupante. Il problema è che tutti gli studi scientifici pubblicati sino a oggi non apportano nulla di concreto e risolutivo. Questa è ancora una patologia a cui la medicina può dare solo sostegno perchè non c’è terapia. Solo quando arriverà il vaccino potremo sentirci finalmente al sicuro».

Rispetto a marzo, però, oggi l’ospedale è più pronto e attrezzato: « Abbiamo percorsi testati, protocolli sperimentati. Quando, poi, arriverà il test salivare ideato dal dottor Azzi avremo anche un’individuazione celere dei casi positivi con una gestione immediata del paziente».

Nei mesi passanti, il professor Francesco Dentali si è trovato a dirigere 170 letti, divisi su quattro piani del monoblocco al Circolo : « Tutti letti ad alta intensità tranne una quarantina, per i casi meno gravi o in via di guarigione, diretti dalla professoressa Grandi. È stata un’organizzazione complessa, resa possibile da tutti coloro che hanno lavorato con me: parlo di 36 medici delle diverse unità operative internistiche dell’ospedale, infermieri, oss, tecnici. Un impegno corale unico, una volontà di raggiungere il risultato senza conoscere pause, festività, weekend. Senza cedere mai».

In corsia è ritornato anche l’ex primario di geriatria ormai in pensione Guido Bonoldi: « Una risorsa preziosa sia dal punto di vista professionale sia umano – spiega il professor Dentali – si è presentato in reparto e si è rimesso a fare i turni come tutti, con grande disponibilità. Un aiuto ancora oggi in reparto che vorrei tenere a lungo…».

Il professor Dentali, a capo della Medicina di Luino, è stato chiamato dal direttore sanitario Lorenzo Maffioli a capo del reparto creato appositamente per l’emergenza Covid: « Un’intuizione del direttore sanitario che ha permesso di ottimizzare risorse e organizzare in modo sinergico le cure. In tre mesi abbiamo assistito 800 pazienti, un numero impressionante se consideriamo che, normalmente, in medicina si assistono mille persone all’anno. Malati anche molto gravi, che andavano assistiti in modo invasivo, con i caschi per la ventilazione. Abbiamo vissuto al fianco di queste persone sostenendoli nelle loro battaglie difficili. Per tutti noi, è stata un’esperienza emotivamente durissima: abbiamo assistito a tanta sofferenza. Persone costrette a terapie pesanti, lontane dalle proprie famiglie, che affrontavano l’esperienza in solitudine. Situazioni che lasciano il segno. Abbiamo avuto indietro tanta gratitudine da chi superava la difficile prova, gesti che ci restituivano il senso del nostro impegno».

Emozioni altalenanti che accompagnavano la quotidianità scandita anche da una professionalità precisa: « Il picco dei contagi a Varese è arrivato dopo. Questo ci ha permesso di organizzare in nostri percorsi sicuri. Credo che non aver avuto nemmeno un medico contagiato nella mia equipe sia stato importante. Abbiamo lavorato sicuri e sempre al completo».

Un ruolo di rilievo è stato giocato anche dalla tecnologia, gli strumenti messi a disposizione per seguire da remoto con la telemetria i casi più gravi, piuttosto che le strumentazioni diagnostiche portatili per fare esami al letto del paziente: « Un gioco di squadra importante anche con l’ingegner Poggialini che ci ha supportato con intuizioni decisive».

francesco dentali

Oggi, quindi, dei 55 letti dell’Hub Covid solo 5 sono occupati. Quei letti, però rimarranno almeno finché il virus continuerà a circolare da qualche parte nel mondo: « A volte capita che con il caldo dell’estate un virus scarica. Ma temo che non sia questo il caso visto ciò che sta avvenendo in Brasile o che è stato in Australia».

Gli eroi dell’emergenza Covid ora cercano di recuperare forze ed energie approfittando del calo dei numeri : « Mi piacerebbe, però, che non ci si dimenticasse di ciò che è stato fatto all’interno degli ospedali. Medici, infermieri, oss, tecnici che hanno lavorato senza mai cedere, in condizioni fisiche ed emotive molto difficili. Abbiamo fatto tutti il possibile, spingendoci  anche oltre. Questa malattia ha purtroppo un tasso di mortalità elevato: ma i nostri risultati dimostrano che abbiamo lavorato sempre mirando alla guarigione. Mi piacerebbe che non si perdesse quel senso di gratitudine che abbiamo vissuto nel momento del bisogno. Siamo anche noi umani e abbiamo bisogno di sostegno e solidarietà».

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 24 Giugno 2020
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