Duecentomila pesci morti per il maltempo a Brusimpiano

Le piogge torrenziali che si sono abbattute sul Ceresio hanno danneggiato le vasche della piscicultura e per gli avannotti non c'è stato nulla da fare

Brusimpiano - la riproduzione della trota alla Piscicoltura

A febbraio grazie all’accordo fra Autorità di Bacino, enti locali interessati e Unione Pescatori del Ceresio era stato siglato un patto che aveva come obiettivo il ripopolamento del lago con le sue specie autoctone, attività che da anni viene perseguita dall’associazione pescatori e che finalmente aveva visto arrivare dei contributi per portare avanti il progetto.

Sono bastate poche ore di pioggia per mandare tutto a monte, anzi a valle. Perché le piogge torrenziali che si sono riversate tra la mattina e il pomeriggio di domenica 7 giugno sulla Valceresio hanno portato dai monti verso il lago un carico di acqua, detriti, fango e rami che hanno irrimediabilmente compromesso le vasche dove con tanta cura gli avannotti (nome che identifica gli esemplari di pesci giovani) erano stati allevati ed erano pronti per il rilascio.

Ancora sette giorni e tutti i duecentomila pesciolini sarebbero stati deposti nel lago, segnando un importante traguardo nel percorso iniziato anni fa con l’obiettivo unico di tutelare il patrimonio ittico e la biodiversità del lago. E invece è andato tutto perduto.

«Le vasche pescano acqua dal fiume Trallo – spiega Previatello, presidente dell’Unione Pescatori del Ceresio – e quando questo è esondato con le abbondanti precipitazioni, le vasche si sono riempite di terra, fango, foglie. Non c’è stato molto da fare. Dei duecentomila avannotti se ne sono salvati non più di duecento. Abbiamo perso tutto quello per cui ci si era spesi moltissimo, non solo in termini economici, ma anche di ore di lavoro e di impegno per il futuro del lago».

Per fortuna almeno i pesci più grossi, i ” riproduttori” tenuti in vasca per fare le uova e che portano con loro un patrimonio genetico di decine e decine di anni, si sono salvati lasciando vive se non altro le speranze per gli anni a venire.

Unica consolazione, magra va detto, è per gli avannotti del Salmerino,  la specie più a rischio fra quelle che si punta a reintrodurre, che erano in parte già stati rilasciati nei giorni precedenti al disastro.

Un vero dispiacere vedere mesi e mesi di lavoro e impegno spazzati via in un paio d’ore. Ma i pescatori non si scoraggiano: stanno già rimboccandosi le maniche e pensando a come fare per per recuperare ciò che è rimasto, per riprovarci l’anno prossimo.

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Pubblicato il 09 Giugno 2020
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