Fermare le violenze in corsia: approvata all’unanimità la legge regionale
Legge bipartisan per contrastare i sempre più frequenti episodi di violenza. In tre anni, registrati 660 casi nelle due aziende ospedaliere varesine. Le reazioni di Emanuele Monti e Samuele Astuti

Approvata all’unanimità dall’Assemblea lombarda la legge bipartisan per contrastare i sempre più frequenti episodi di violenza nei confronti di medici ed infermieri. Il provvedimento è stato illustrato dai consiglieri Franco Lucente (FdI) e Carmela Rozza (PD), rispettivamente primi firmatari di due distinti progetti di legge sul tema, poi abbinati dopo un intenso confronto nel gruppo di lavoro.
Prevenzione del rischio e interventi per la sicurezza sul posto di lavoro sono i cardini della legge che prevede di fornire al Servizio Sanitario Regionale, pubblico e privato accreditato, linee guida e indirizzi tecnico-organizzativi e procedurali comuni su tutto il territorio lombardo.
«Questo provvedimento intende intervenire sui due aspetti principali delle violenze e delle aggressioni verso il personale medico e paramedico, individuando misure strutturali, e anche di collaborazione con le Forze dell’ordine, e interventi di formazione per il personale, per prevenire casi di violenza – ha sottolineato la consigliera Rozza -. È fondamentale dare forza di legge alle norme sulla sicurezza per dare omogoneità e cogenza agli interventi in tutte le ASST e ATS lombarde per censire in maniera univoca gli episodi, incoraggiando la denuncia».
Nello specifico, le norme si applicano alle strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private accreditate, le Agenzie di tutela della salute (ATS) e l’Agenzia regionale emergenza urgenza (AREU).
Il monitoraggio sugli episodi di violenza ai danni del personale sanitario, nonché il controllo sull’applicazione delle Linee guida sarà svolto dall’Agenzia di Controllo del Servizio Socio-Sanitario lombardo (ACSS), che predisporrà una relazione annuale da trasmettere alla Giunta e al Consiglio regionale.
Un Tavolo tecnico, cui parteciperanno Regione, direttori degli ospedali, organizzazioni sindacali di medici, veterinari ed infermieri ed altre figure tecniche, sarà di supporto alla DG Welfare per studiare provvedimenti in tema di sicurezza sui posti di lavoro, sulla base di dati relativi alle aggressioni al personale.
La regione, inoltre, promuove Protocolli d’intesa con gli Uffici territoriali del Governo per potenziare la presenza e la collaborazione con le Forza di polizia nei Pronto soccorso e nelle strutture ritenute a più elevato rischio di violenza, assicurando un rapido intervento.
Approvato anche un ordine del giorno, proposto dai capigruppo di maggioranza ed opposizione, che “impegna la Giunta e l’assessore competente a valutare l’attuazione di interventi strutturali”, quali varchi di accesso alle strutture sanitarie, strumenti tecnologici e installazione di telecamere ad uso interno.
Soddisfazione per il varo del provvedimento è stata espressa dai rappresentanti di diversi gruppi: sono intervenuti Consolato Mammì (M5S), Alessandra Cappellari (Lega), Presidente della Commissione Affari istituzionali, il capogruppo del PD, Fabio Pizzul, la Vice Presidente della Commissione Sanità, Simona Tironi e Gianluca Comazzi (entrambi Forza Italia), Paolo Romani (FdI) e l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera.
Samuele Astuti (PD): « Tra il 2016 e il 2019 660 casi nella provincia di Varese, 545 casi nell’Asst Valle Olona e 115 nell’Asst Sette Laghi, di cui 27 nei primi sei mesi del 2019. 4887 aggressioni in Lombardia tra il 2016 e il primo semestre del 2019, 1142 solo nel primo semestre del 2019. Il fenomeno della violenze ai danni del personale sanitario nelle strutture ospedaliere e non è diffuso da tempo ma ancora poco conosciuto perché mancano procedure certe e omogenee di monitoraggio. E‘ dall’analisi di questa situazione che è nato il progetto di legge bipartisan sulla sicurezza del personale sanitario e socio sanitario approvato oggi in aula all’unanimità. Il testo approvato oggi obbliga tutte le aziende sanitarie pubbliche e private accreditate innanzitutto a mappare il fenomeno, di cui per l’80% fanno le spese gli infermieri. Il testo tiene conto di due aspetti, quello relativo agli atti di violenza compiuti ai danni degli operatori, soprattutto nei pronto soccorso per i quali è necessario un intervento delle forze dell’ordine e quello relativo ad atti compiuti, ad esempio nei reparti di psichiatria, da pazienti afflitti da gravi patologie per cui serve soprattutto una maggiore formazione del personale».
«La legge – conclude Astuti-prevede l’istituzione di un tavolo tecnico che dovrà mettere a punto le soluzioni necessarie a contrastare la violenza ai danni degli operatori sanitari, ad esempio prevedendo installazione di telecamere, formazione del personale e interventi nei varchi d’accesso e la promozione di protocolli d’intesa con le forze dell’ordine per garantire la presenza di presidi nei pronto soccorso e nei reparti più a rischio. Da parte nostra monitoreremo l’applicazione della legge. Fra un anno in consiglio ne chiederemo la verifica ».
Emanuele Monti (Lega), Presidente della III Commissione Sanità e Politiche Sociali di Regione Lombardia: « Regione Lombardia ha deciso di dotarsi di uno strumento normativo unico in Italia, dimostrandosi apripista anche nella tutela dei lavoratori dell’ambito sanitario e sociosanitario, oltre che ovviamente dei pazienti in degenza. Nella nuova legge, ritengo particolarmente apprezzabili i passaggi relativi alla videosorveglianza e al controllo degli accessi. In questo modo abbiamo messo nero su bianco un rimedio efficace per tutelare la sicurezza degli operatori e degli utenti in special modo per i Pronto Soccorsi, luoghi spesso colpiti da fenomeni di grave violenza”.
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