Forza papà, la tua famiglia è con te

La riflessione di Michela: «I malati ricoverati hanno bisogno di vedere i parenti»

coronavirus

Le persone che sono ricoverate in ospedale per interventi o cure, non necessariamente legati al coronavirus, non possono ricevere le visite dei parenti. Una restrizione dettata dal buon senso, certo, ma che rischia di pesare moltissimo per chi deve affrontare lunghi periodi di degenza. In questa lettera, Michela descrive il problema sottolineando una semplice verità: la carezza di un congiunto aiuta a guarire meglio. (foto di repertorio)

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Domenico. Così si chiama mio padre. Un gran lavoratore, un uomo rispettoso, una persona di poche parole, un uomo d’altri tempi, una persona silenziosa, la cui lontananza però in questi giorni sta facendo molto rumore.
Mio padre ha 77 anni e a causa di una grave endocardite, da oltre due mesi, è lontano da casa e dagli affetti. Questa malattia infatti gli ha imposto un ricovero prolungato in vari ospedali.
Recentemente è stato sottoposto a un delicatissimo intervento al cuore, presso una delle strutture lombarde più rinomate e all’avanguardia in questo campo. Un intervento d’eccellenza, durato quasi nove ore, riuscito senza complicazioni, che gli ha salvato la vita. Ora però, rischia di essere vanificato a causa di protocolli e disposizioni, che questo periodo impone e che blindano i reparti, impedendo o limitando la libertà di visita al malato da parte dei familiari.
In un momento di emergenza come quello che stiamo vivendo, rischiamo di dimenticare che i malati, già di per sé fragili, hanno bisogno del supporto dei loro famigliari, adesso più che mai, poiché è proprio da loro che queste persone attingono la forza e la motivazione per rispondere alle cure e per rimettersi in forza.
Mio padre, come molte persone della sua età, di battaglie ne ha dovute combattere davvero tante, e spero che chi ha il compito di decidere le sorti del prossimo futuro, si ricordi che la carezza di un congiunto vale più di 1000 medicine.  Autorizzate le visite ai malati negli ospedali.

Forza papà! La tua famiglia ti è vicina.

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Pubblicato il 10 Giugno 2020
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