La forza invisibile: il museo che racconta l’elettricità
Dalle origini con Alessandro Volta fino all'elettronica, un viaggio di due secoli raccontato tra tante curiosità e alcuni "pezzi" spettacolari
Una pila originale costruita da Alessandro Volta, i primi telegrafi, enormi generatori elettrici e persino un vero tram di Milano: il Museo della Tecnica Elettrica è un curioso museo creato dall’Università di Pavia per valorizzare la sua collezione storico-scientifica.
Proprio all’ateneo di Pavia insegnava Alessandro Volta, l’inventore della pila elettrica: alcune pile originali d’inizio Ottocento aprono la sezione introduttiva, quella sui primordi dell’elettricità, destinata ancora per decenni a rappresentare un fenomeno quasi magico e difficile da “leggere” per gli uomini del Diciannovesimo secolo (si scopre ad esempio che allora si pensava che l’elettricità avesse un odore, “fosforo d’orina” o un poco simile all’aglio).
Il percorso del museo accompagna nelle diverse applicazioni dell’elettricità, a partire dalle telecomunicazioni, con l’impiego prima nei telegrafi, poi nel telefono e nella radiotrasmissione: fasi raccontate da centinaia di pezzi e reperti. Oltre che dalla collezione dell’Università il museo è costituito anche dalle ricche collezioni storiche dell’Enel e della Sirti, Società Italiana Reti Telefoniche Interurbane.
Nella sezione dedicata ai mezzi di trasporto spicca un intero tram di Milano, esposto insieme all’apparato di guida (il “controller”) e a un carrello con i motori ben visibili. Curioso anche un apparato elettromeccanico che mostra il complesso sistema che, fin da inizio Novecento, garantisce la massima sicurezza nei trasporti ferroviari: un apparato da centinaia di chili per gestire una stazione secondaria – quella di Certosa di Pavia – composta da tre binari.
Due diversi ambienti, ben allestiti, raccontano l’impiego dell’elettricità nelle tecnologie medicali (con una macchina a raggi X vecchia di un secolo) e nella vita di tutti i giorni. Mentre particolarmente spettacolari sono alcuni impianti di grandi dimensioni: una gigantesca pala eolica con relativo alternatore-generatore o ancora una turbina della società milanese Riva, che ha costruito anche la centrale elettrica sul fiume Niagara.
Elettronica e robotica, utilizzo nei laboratori di fisica sono le tappe più recenti e aggiornate di un viaggio nell’ingegno umano.
Le didascalie del museo sono divulgative e piacevoli per ogni pubblico e il museo – con i suoi ambienti colorati e (ovviamente) ben illuminati – è adatto anche ai bambini. Gli appassionati di settori specifici, come la radio o i trasporti, troveranno curiosità di ogni genere.
In periodo di Covid-19 i grandi spazi e il numero limitato di visitatori rendono questo museo molto adatto alle visite in sicurezza.
Museo della Tecnica Elettrica
Pavia – Via Adolfo Ferrata, 6 – tel. 0382 984106 – 05 – 04
Info sui biglietti qui
Info su giorni e orari di apertura qui o sulla pagina facebook
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