La pandemia e la rinascita del rock and roll

Pubblichiamo le considerazioni di Pino Tuscano sulla drammatica situazione della musica dopo l'emergenza. E sulla voglia di rialzarsi di chi ci lavora

Avarie

Pubblichiamo le considerazioni di Pino Tuscano, realizzate per la newsletter del PD di Varese “La Finestra”,  sulla drammatica situazione della musica dopo l’emergenza. E sulla voglia di rialzarsi di chi ci lavora

Oggi mi sono svegliato e… ho scoperto che il mondo intorno a me è cambiato, questa “merda” del coronavirus ha cancellato tutto: non si può uscire, bisogna stare in casa… e poi mantenere le distanze tra persone, assembramenti vietati, mascherine, morti, contagi, non c’è che lui, il virus stramaledetto.

Sto sognando o si tratta di un incubo? Allora non possiamo più organizzare il prossimo Festival Rock’n’Roll Varese, la presentazione del libro sulla vita del grande amico rocker Luca Guenna a Palazzo Estense, non possiamo programmare l’evento Ortica Festival a Milano, non possiamo assistere al prossimo concerto estivo di Vasco? No, no, no. Mi sveglio e chiamo subito Fiorenzo, uno degli “irregolari”, un amico del “Mucchio Selvaggio”, uno che sta dalla parte di qualcuno, sì lui sta dalla parte dell’amicizia e del sottofondo rock’n’roll della vita, come la vibrazione del suo cellulare con il sound del grande Fats Domino. Ma ti pare possibile tutto questo? Ma come faremo? Abbiamo organizzato da poco una grande serata con lo straordinario Maniglio e con Carmen et les Papillons, e adesso, che facciamo?

Fiorenzo cerca di sedarmi e parte da lontano, dal Cavedio di via Cavallotti, di quelle meravigliose serate di musica, arte e intrattenimento che organizzava con Maniglio e che non ci sono più… e non è colpa del coronavirus, dice. Contavo su di lui, e lui invece parla di nostalgia, di cose ormai passate.

Gli rinfresco la memoria ricordando il suo ultimo ballo alla Vecchia Varese con la musica e il ritmo di Don Diego Trio Rockabilly. Quindi, amico mio, lascia stare i ricordi, dobbiamo reagire come Pat Garret, non possiamo permettere che lo stare insieme, l’abbracciarsi e il sangue sudore e lacrime dei concerti e della musica dal vivo finiscano. Tu e io dobbiamo organizzare con tutti i nostri amici “fuori dal gregge” la resistenza armata contro il virus per ripristinare gli spettacoli e la musica dal vivo in Italia e nel mondo. Abbiamo creato un Movimento mondiale per riconoscere il Rock’n’roll Patrimonio dell’Umanità.

No, Fiorenzo non possiamo fermarci! Lo sento silenzioso aldilà del telefono, e quando lui fa così è che sta tramando qualcosa. Senti, mi dice, forse per il 16 agosto, anniversario della morte di Elvis, si può fare qualcosa. Nel piazzale di Varesecorsi alla Motta, dove è nato il Festival Rock’n’roll Varese. Invitiamo tutti i gruppi di Varese: The Goose Bumps, The Fever, Luca Guenna, Lorenzo Bertocchini e tutti gli altri e poi, è chiaro, la mitica Carmen. Nell’occasione cerchiamo di promuovere un evento benefico a favore della cittadinanza… Del resto, aggiungo io, il RE è stato testimonial del vaccino contro la poliomelite negli anni ’50, e con la sua iniziativa e altre simili la poliomelite in dieci anni passò da 58.000 casi a 910.

Mi stavo svegliando dall’incubo e tutto mi sembrava possibile e realizzabile, sì, non dovevamo come sempre stare immobili, per gente come noi non esiste la bovina o pecorina ubbidienza. Noi dobbiamo combattere la pandemia con i mezzi di protezione individuali, ma soprattutto con la nostra mente e creatività, non possiamo tollerare la distruzione e la scomparsa dei piccoli e grandi eventi musicali, la fame per i musicisti, la disperazione per gli operatori sconosciuti della musica live.

Abbiamo bisogno di rimanere umani, i corpi non possono essere inermi, dobbiamo tornare a urlare e stare vicini, sentire l’energia dei Rolling Stones, riguardarne il concerto del 1985 a Wembley con Freddy Mercury e sentire ancora le onde magnetiche…ma di cosa stiamo parlando?

Pino Tuscano,
Ideatore del Movimento per riconoscere il Rock’n’Roll Patrimonio dell’Umanità

P.S. Con il cuore in gola ricordo Maniglio Botti, che con Fiorenzo Croci è stato fra i promotori a Varese della musica dal vivo degli anni ’50 e ’60

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Giugno 2020
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