“La protezione a donne e bambini maltrattati non si è mai fermata grazie a Procura e Casa Rifugio”
Il procuratore della Repubblica dottoressa Borgonovo racconta come l'attività non si sia fermata in questi mesi difficili garantendo assistenza e protezione a donne e bambini vittime di violenza
La violenza domestica rimane un’emergenza nazionale. La chiusura dettata dall’emergenza sanitaria ha acuito tensioni domestiche e il problema dell’accoglienza di donne e bambini maltrattati non è venuta meno. Soprattutto a Varese dove la Procura della Repubblica ha continuato a lavorare con la Casa Rifugio anche nei mesi scorsi come spiega il Procuratore della Repubblica dottoressa Daniela Borgonovo
L’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 ha provocato, tra mille altre, difficoltà molto gravi per il sistema delle istituzioni pubbliche e private che devono prevenire fenomeni di violenza domestica, e accompagnare le vittime vulnerabili nel loro difficoltoso percorso di affrancamento, fatto anche di esigenze materiali da risolvere, spesso urgentemente.
Una recente rilevazione del Consiglio Superiore della Magistratura ha posto in luce, su base nazionale, una drastica riduzione delle denunce, in qualche caso spinta fino al 70% dei flussi precedenti. Le ragioni sembrano chiare, a partire dagli ostacoli obiettivamente posti alla mobilità, e comunque al reperimento di soluzioni logistiche alternative al fine di interrompere una convivenza ormai impossibile.
Nel circondario di Varese non si è registrata alcuna riduzione significativa del numero delle denunce e degli interventi conseguenti. In effetti le Forze di Polizia e la competente Procura della Repubblica hanno attivato percorsi alternativi e comunque facilitati per la presentazione di denunce e querele. L’interlocuzione mirata con le altre Istituzioni ha poi consentito interventi sinergici per fornire effettiva protezione alle vittime dei reati, in genere donne e bambini, anche in considerazione dell’alta probabilità di un aggravamento del rischio connesso alla riduzione dei contatti esterni ed alla prolungata condivisione degli spazi domestici con il partner maltrattante.
Tra i fattori di continuità dell’azione in favore delle vittime di violenza domestica va senz’altro compreso l’accordo sottoscritto, il 7 giugno dello scorso anno, con la Casa Rifugio Felicita Morandi, grazie al quale trovano accoglienza immediata donne e bambini che non
possono rientrare nella loro abitazione. L’accordo ha consentito di assicurare, anche in periodo di lockdown, concreta tutela alle vittime di violenza, nonostante la difficoltà di accogliere donne sole o con minori senza eludere le questioni di natura sanitaria, dalla necessità di trascorrere il necessario periodo di “quarantena” fino alla possibilità, in alternativa, di eseguire il c.d. “tampone” per escludere la presenza della infezione da Covid.
Le case rifugio sono davvero un perno essenziale del sistema di prevenzione e protezione, e l’hanno dimostrato anche in frangenti difficilissimi. A loro va tutta la nostra riconoscenza.
Daniela Borgonovo
Procuratore della Repubblica di Varese
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