La storia del teatro Politeama: da sala da ballo a luogo di cultura popolare

Politeama generici

Il lungo documento di fattibilità delle alternative progettuali che riguardano il teatro di Varese vede tra i suoi capitoli anche una storia del teatro Politeama, che molti varesini non conoscono: che mostra come la  sua funzione di luogo di cultura polivalente, tra teatro, eventi e musica non sarebbe una novità, ma un ritorno alla sua destinazione originaria.

LA STORIA DEL POLITEAMA

L’inaugurazione avvenne la notte di San Silvestro tra il 1892 al 1893.
L’origine dell’edificio va cercata nella storia delle due bande musicali, la “Codiga” e la “Ranscett” (scaturite entrambe dalla smembrata Banda Civica), che verso la fine dell’ottocento si spartivano piazza Mercato (ora Piazza Repubblica) per organizzare balli popolari a pagamento, prima a ciel sereno e poi sotto improvvisati tendoni.

Come racconta Giovanni Bagaini in un divertente articolo del 1939: “Per molti anni si ballò accanitamente sotto il tendone di via Cavour, ma un bel giorno i dirigenti del Ranscett, (…) si trovarono in possesso di una considerevole somma e pensarono di investirla nella costruzione di un teatro a carattere popolare che, pur continuando la tradizione del ballo domenicale, consentisse di complementare ed aumentare gli spettacoli del Teatro Sociale, l’unica altra sala teatrale presente a Varese in quegli anni. Sorse così il Politeama in piazza XX Settembre che diventò il luogo di ritrovo del popolo. “

La particolare origine del Politeama Ranscett non solo ne motiva il carattere popolare (che rimase inalterato nel tempo), ma in parte giustifica la particolare forma dell’edificio, una costruzione circolare che di fatto ricorda il tendone da circo. Purtroppo non si conoscono i nomi del progettista e del costruttore, che la cronaca non riporta, e non sono stati trovati disegni architettonici di alcun tipo.
“Era bello, il Politeama, ben diverso da quello di oggi. Un cupolone altissimo, dalla perfetta struttura circolare che conteneva un locale da ballo, una sala per gli spettacoli, un salone per il caffè e un ampio giardino. Inoltre la presenza di altre due sale di riserva lasciava aperta la possibilità di organizzare conferenze, mostre ed esposizioni. La capacità è di duemila spettatori seduti e disposti in due file di palchi, oltre l’ampia platea”.

L'edificio del Politeama (Varese) nell'800
Il Politeama dell’epoca

Nei primi anni del ‘900 l’edificio vien requisito dal Genio Civile per utilizzarlo come magazzino. Poi il locale venne acquistato dalla ditta Bianchi e Zerboni e adattato a deposito di ferramenta ed in ultimo passò in proprietà del Sig. Ferrari, proprietario del negozio di calzature Cima. E così rimase fin dopo il secondo conflitto mondiale. Acquistato dal varesino Armando Caravati fu da questi trasformato in cine-teatro.

Il recuperato Politeama, la cui apertura era originariamente prevista per il 19 marzo del 1949 e poi ritardata per “contrattempi tecnici”, ha avuto collaudo positivo il 5 aprile dello stesso anno ed inaugurato la sera del Sabato Santo con la “Tosca” di Puccini, cui è seguita una breve rassegna di opere liriche. Il “Politeama Varesino” rimarrà pressoché inalterato fino al 14 marzo del 1966, quando un incendio distrusse completamente la sala interna e la copertura a cupola.

Ma la proprietà decise di ricostruire. L’incarico è affidato all’architetto Alziro Bregonzio di Milano. Viene redatto un primo progetto che prevede la completa demolizione dell’edificio storico, “la realizzazione di una sala cinematografica interrata della capienza di 800 posti, negozi al piano terreno per mq 530, ufficio per mq 606,17 al piano primo più un magazzino di mq 406,89”. Il progetto è presentato all’Amministrazione comunale ma viene respinto e l’Amministrazione pone importanti restrizioni: in particolare il riutilizzo delle strutture preesistenti e la non demolizione delle murature sopravvissute all’incendio, compresi i muri perimetrali del cinema.

Il progetto viene quindi rielaborato in accordo a queste prescrizioni. L’architetto Bregonzio interviene ampliando al massimo la capienza complessiva con l’estensione della galleria sopra l’atrio d’ingresso. La sala perde il possibile utilizzo teatrale, considerato non remunerativo; viene eliminato il palcoscenico fisso e l’annessa fossa d’orchestra, eliminato il boccascena e di fatto la superficie del palco è annessa alla sala, con la posizione dello schermo di proiezione sulla parete terminale dello stesso. Eliminati i camerini e gli altri locali accessori della scena.

Il nuovo Politeama è inaugurato il 14 novembre 1969 con una serata di gala ad inviti e la proiezione del film “Amore mio aiutami” con Alberto Sordi e Monica Vitti. La sala cinematografica è rimasta pressoché intoccata fino ai giorni nostri ed è stato il più bel cinema di Varese per oltre 40 anni. Chiuse nel 2008.

Fino all’installazione del Teatro Apollonio è stato però il Politeama – per capienza e collocazione centrale – la sede privilegiata per eventi diversi dal cinema come rappresentazioni teatrali, incontri pubblici o manifestazioni politiche. È nel Politeama che hanno avuto luogo la tradizionale rassegna di canti popolari, gli spettacoli musicali e le altre iniziative di beneficenza. Per questo, già dopo la sua chiusura nel 2008, si è spesso parlato di una sua possibile riapertura, non solo come sala di spettacolo, ma anche come semplice sala pubblica.

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Pubblicato il 03 Giugno 2020
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