L’appello di «+Gallarate»: “Violenze in centro, intervenga il sindaco”
Dopo alcuni episodi poco edificanti, la lista civica chiede l'intervento del primo cittadino: «A marzo replicò con insulti alle nostre proposte, ora ci auguriamo una risposta diversa»
Gli attivisti della lista civica “+Gallarate” fanno appello al sindaco della città, Andrea Cassani, affinché intervenga per garantire una maggiore attenzione rispetto a una serie di episodi violenti avvenuti nell’ultimo periodo tra le vie del centro. A fare da portavoce al gruppo è il coordinatore Giulio Del Balzo. Di seguito la nota inviata da “+Gallarate”.
Con l’avvio della Fase2, nella nostra città abbiamo assistito a diversi episodi di violenza per le vie del centro, con le forze dell’ordine impegnate, nel limite del possibile, a sedare risse e a fermare personaggi poco lucidi e molesti verso i passanti. Quanto successo lo scorso weekend, insomma, non è che l’apice di problematiche diffuse già da qualche settimana, a danno dei residenti e di chi ha un’attività. Eppure fu proprio il nostro sindaco Cassani che, in campagna elettorale nell’ormai lontano 2016, si impegnò a ristabilire la Sicurezza in città. Ma è questo il clima di (in)sicurezza a cui si dovranno abituare i gallaratesi d’ora in poi?
«Com’è stato possibile che in queste settimane si siano verificati così di frequente certi episodi? E quali iniziative ha in programma l’amministrazione comunale per prevenire in futuro certi episodi – chiede il coordinatore di “+Gallarate”, Giulio del Balzo.
A inizio marzo, alla richiesta di +Gallarate di intervenire per limitare gli assembramenti segnalati nel centro pochi giorni prima del lockdown, il sindaco ci rispose rivolgendoci incomprensibili insulti e volgarità: «Ci auguriamo che stavolta la risposta sia diversa, e che si possa impegnare nel fare ciò per cui i gallaratesi lo hanno eletto – auspica del Balzo, che propone soluzioni per risolvere l’emergenza -. Nell’immediato occorre garantire una maggiore presenza delle forze dell’ordine, soprattutto nei luoghi più affollati. Occorre però anche un progetto a lungo termine, per offrire ai giovani opportunità di coesione e relazione sane e di responsabilizzazione, attraverso lo sport, la cultura e l’istruzione. I problemi attuali sono il riflesso di politiche sociali fallimentari».
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