Lo speleologo: “Il sottosuolo del Campo dei Fiori sarà da monitorare ancora per mesi”

Conversazione con Simon Beatrice, vice coordinatore del gruppo speleo varesino, uno degli speleologi che procede a raccogliere i campioni. E ad annusare l'aria, alla ricerca di indizi

Speleologi al lavoro sotto il campo dei fiori

Una parte importante per chiarire le cause dello sversamento di idrocarburi nel campo dei Fiori che ha causato per giorni il divieto di bere l’acqua in 60 vie di Varese e nei comuni di Barasso e Comerio,  la fa il gruppo spelologico del Cai di Varese: loro infatti sono in grado di entrare nelle centinaia di cunicoli che stanno all’interno del monte, e in questi giorni stanno raccogliendo indicazioni sullo stato della perdita e della concentrazione di sostanze nell’acqua che poi finisce negli acquedotti.

«Noi siamo parte di una macchina che sta facendo monitoraggio di quella parte del monte – spiega Simon Beatrice, vice coordinatore del gruppo speleo varesino, uno degli speleologi che procede a raccogliere i campioni –   Il nostro compito specifico è di accedere nei luoghi in cui un personale non qualificato non può accedere, il sottosuolo, per raccogliere campioni e verificarne lo stato».

Il monte più amato dei varesini ha infatti una caratteristica particolare: «Il campo dei fiori è un blocco di calcare e dolomia, un gruppo di rocce che si presta molto bene alla formazione di cunicoli: tant’è vero che ce ne sono piu di 200 messi a catasto, e sono molti ancora quelli non censiti – spiega lo speleologo  – Basta percorrere il sentiero alto, quello che dal Bellavista va al Forte di Orino per intenderci, per averne la percezione: si vedono infatti le entrate dei cunicoli. Anche se è solo un piccolo assaggio delle zone conosciute».

Una caratteristica da valutare, non solo in occasione delle piogge, ma anche di incidenti di questo genere: «Proprio per questa caratteristica, quando un liquido cade in qualsiasi punto del monte non scivola in superficie, si infossa subito e si unisce ai fiumi sotterranei fino alla falda e alla sorgente. Cosi è stato con l’inquinante in questione: sta scendendo, e il compito nostro è andare ad individuare in quali punti è passato e in quali punti sta andando».

Speleologi al lavoro sotto il campo dei fiori

In che modo?
«Il nostro è un lavoro di campionamento delle acque nei punti dove c’è un passaggio: in particolare nelle parti piu in alto del monte. In tutte le parti piu basse stiamo procedendo invece con l’esame olfattivo. Letteralmente, passiamo di buco in buco ad annusare: se sta passando il gasolio, si sente».

Perchè l’odore si sente in basso? «Perchè le grotte al loro interno hanno una temperatura stabile: in estate è inferiore che all’esterno, in inverno è superiore rispetto all’aria aperta. In estate, l’aria delle grotte esce perciò dal basso, mentre d’inverno dall’alto».

E com’è la situazione ora? La puzza è abbastanza in basso?
«Siamo stati l’altro giorno all’antro della calce, che si apre di fianco a Velate, e c’era un odore intenso di gasolio: si è quindi abbassato molto, e mi immagino che le abbondanti piogge abbiano dato una bella spinta».

E’ cambiato l’aspetto delle grotte con questo sversamento?
«Dal punto di vista dell’inquinamento ambientale non sono competente per dirlo, e inoltre dipende dai risultati delle analisi. Dal punto di vista fisico invece non ci sono cambiamenti: non c’erano segni cosi evidenti di inquinamento nelle grotte in cui siamo entrati. Più che altro, dove l’aria scende si sente tanto odore».

In quanti siete a collaborare?
«Per i campionamenti in zone lontane dall’ingresso ci muoviamo in tre, e facciamo turni tra i componenti del gruppo, che sono circa una trentina. Facciamo le rilevazioni, poi le consegnamo ad Arpa».

Per quanto andrete avanti a verificare: giorni, settimane?
«Il lavoro è di lunga durata: più che settimane parlerei di mesi, se non di anni».

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 24 Giugno 2020
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