Niccolò non ce l’ha fatta, l’addio del Basket Busto Arsizio
Il funerale di Niccolò Sartoni, classe '91, si svolgerà martedì 9 giugno alle 15 a Sacconago. 20 minuti prima avrà luogo il rosario
I parenti, gli amici e i compagni di squadra danno il saluto a Niccolò Sartoni, il giovane giocatore del Basket Busto Arsizio scomparso dopo aver combattuto a lungo contro una malattia incurabile. Il funerale di Niccolò, classe ’91, si svolgerà martedì 9 giugno alle 15 a Sacconago. 20 minuti prima avrà luogo il rosario.
Il comunicato della società sportiva:
Niccolò era uno di noi. Arrivato nella nostra società da piccolissimo, era cresciuto e diventato uomo con, indosso, i colori della Bustese. Ci aveva resi orgogliosi, in campo e anche fuori. Questa mattina, però, ci siamo svegliati con una brutta notizia: Niccolò Sartoni non ce l’ha fatta a vincere la sua partita più importante, quella che da un po’ di tempo combatteva contro una brutta malattia.
Niccolò era giovanissimo: classe ’91, aveva fatto tutta la trafila nella nostra società, a partire dal minibasket, allenato da Emanuela Cosentino. Poi anni ricchi di soddisfazioni nelle categorie giovanili, con un gruppo, quello che comprendeva anche Grampa, Parise, Armiraglio e tanti altri che ha mietuto successi in provincia e in regione, allenato da Joe Isaac. Da qualcuno era stato soprannominato Uomo Ragno, per evidenziarne le doti da giocatore totale, capace di fare tante cose buone e di essere utile alla squadra da protagonista ma anche da “gregario”. L’esordio senior, tanti anni da protagonista nel campionato di Promozione con i “cugini” di Borsano, inframezzati da una stagione con la maglia dell’Irte Bustese di coach Stefano Pozzati. Nel frattempo ha anche allenato i giovani della nostra società.
Uno di noi, appunto.
Parole di cordoglio da parte di tutta la dirigenza biancorossoblù, a partire dal GM Carlo Speroni: «Siamo vicini alla famiglia Sartoni per la tragica scomparsa di Niccolò. Esprimiamo tutto il nostro cordoglio rimanendo senza parole di fronte ad un evento così sconvolgente. Niccolò è cresciuto cestisticamente alla Bustese, dove ha brillantemente svolto tutte le giovanili. Personalmente sono scioccato: volevo bene a Nicolò essendo figlio di Lorenzo, mio caro amico e compagno di squadra nelle giovanili della Omega Bilance negli anni ’70».
Niccolò e il presidente Fabio Ferrarini, quasi coetanei, si erano “affrontati” più e più volte, da amici: «Svegliarsi con certe notizie non è mai facile. Ti ricorderò sempre, mille partite da avversari, mille bombe segnate in faccia, mille sportellate sotto canestro ma alla fine sempre una stretta di mano e sorrisi post partita. Già, perché tu sorridevi sempre. Non è giusto che vada così e non lo accetterò mai, sarai sempre parte della societa di Busto. Ora fai buon viaggio, sempre con il tuo gran sorriso, e ogni tanto guardaci da lassù. Noi ti porteremo sempre nel nostro cuore».
«L’ho visto la prima settimana di marzo in palestra – racconta Titti Maini, suo coach a Borsano – , due giorni prima del lockdown. Era felice, stava bene e non vedeva l’ora di aiutarci anche in Promozione. Sono devastato».
Tra le persone più vicine a Niccolò c’era Stefano Pozzati, il suo allenatore nell’ultima stagione in maglia Bustese. Un’amicizia nata proprio sul parquet e coltivata poi nel corso degli anni.
«L’ho conosciuto in palestra quando era nel settore giovanile – racconta Stefano – e mi ricordo che già fin da allora ti salutava sempre con il sorriso, con la gioia stampata in faccia. Io che allenavo altre squadre, mi fermavo però a vedere le sue partite: era un punto di riferimento, in campo e non solo, elemento fondamentale di quel grande gruppo ’91 che diede lustro alla società. Quando poi abbiamo giocato la Promozione con il nucleo costituito dai classe 1994, Niccolò è stato il primo giocatore che ho chiesto alla società perché sapevo che era tenace, un vero uomo spogliatoio e in campo un fattore determinante».
Stima in campo e poi legati anche fuori: «Non immaginavo saremmo diventati così amici – prosegue Stefano – E se in campo sapeva essere “grande”, come persona valeva infinitamente di più. Ha seguito lo stesso percorso professionale che ho fatto io e, diventato massofisioterapista, ha saputo farsi apprezzare da tutti anche nel lavoro. Era una proprio una bella persona, onesto, aveva la capacità di dire sempre la verità: non ce ne sono tanti come lui.
Con Niccolò se ne va un pezzo di me, ma in me ci sarà sempre un pezzo di lui».
Giovanni Ferrario – Ufficio stampa Basket Busto Arsizio
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