Parte da Varese la proposta di legge che unisce il complesso mondo dei cavalli
La prima firmataria è la varesina Maria Chiara Gadda: ma le pieghe della legge sono nate sui tavoli di Confagricoltura Varese
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E’, per il settore, un evento storico: l’inizio dell’iter alla Camera di una proposta di legge per la disciplina dell’ippicoltura. «Una norma che finalmente mette a sistema il comparto dell’ippicoltura da troppi anni trascurato, ma che occupa migliaia di addetti tra attività dirette e indotto, e rappresenta un’eccellenza del made in Italy che contribuisce al nostro PIL con le sue esportazioni.
Ed è un segnale importante per un settore fortemente penalizzato dal lockdown». A parlare è la varesina Maria Chiara Gadda, capogruppo di Italia Viva in commissione Agricoltura, prima firmataria della proposta, che sembra di nicchia ma è cruciale per una delle eccellenze italiane, che vede alcune delle sue punte di diamante proprio nella nostra provincia.
Questo settore, che ha visto l’Italia eccellere a livello mondiale, fino ad ora è stato diviso tra Agricoltura, Sport, Spettacolo e attività Sociali, ed attualmente fa riferimento a una miriade di enti tanto da diventare persino difficile da quantificare nell’entità con registri ancora non pienamente rappresentativi: «La proposta di legge, che prevede anche una delega al governo per il rilancio del settore, superando un quadro normativo estremamente frammentato, ricomprende esplicitamente nell’attività agricola l’allevamento, la cura e la valorizzazione degli equidi in tutte le sue fasi».
Ricomprendere questa attività «All’interno dell’attività agricola, come dovrebbe essere naturale, avrebbe ricadute positive in termini di disposizioni fiscali, previdenziali e di trasparenza – Continua Gadda – Inoltre, tenendo conto anche di altre esigenze concernenti il benessere degli animali, la proposta di legge vieterebbe l’impiego a scopo alimentare degli equidi utilizzati per motivi sociali o per finalità terapeutiche. È da sottolineare inoltre la semplificazione legislativa, per favorire la libera concorrenza tra le imprese della filiera, rendendo coerente la disciplina amministrativa, urbanistica e ambientale con il nuovo inquadramento delle attività in ambito agricolo, e promuovendo l’allevamento dei cavalli sportivi da parte delle aziende agricole, garantire l’accesso ai piani di sviluppo rurale e, infine, rilanciare l’allevamento degli equidi e in particolare del cavallo attraverso un’agenzia per la promozione del cavallo allevato in Italia».
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Avviare il procedimento di una legge attesa da anni proprio ora, ha anche un valore simbolico: «Durante i mesi di chiusura forzata questo comparto, che ha bloccato gare oltre a tutte le attività connesse a ippoturismo e ippoterapia, ha patito per via degli alti costi di mantenimento e per l’assenza di entrate. Adesso è il momento di ripartire con una proposta di legge organica per rilanciare un settore che altrimenti potrebbe perdere ancora terreno, diventando marginale rispetto alla competizione internazionale e dematerializzando di fatto una grande tradizione italiana».
Una legge che, pochi sanno, ha un luogo di nascita tutto varesino, e non solo per la residenza della prima firmataria della proposta: «Un ringraziamento particolare va a Giacomo Brusa, presidente Confagricoltura Varese, Giuliano Bossi, direttore confagricoltura Varese e Ferruccio Badi, vice presidente della federazione nazionale cavalli di Confagricoltura – Ci ha tenuto infatti a sottolineare la deputata di Italia Viva – Sono stati infatti fondamentali nella elaborazione tecnica del provvedimento, quindi si può assolutamente affermare che è una proposta di legge che nasce dal territorio varesino».
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