Riapre il Museo delle dogane con i manifesti turistici della Belle Époque
La ventina di grandi manifesti turistici d’epoca esposti in mostra vantano le bellezze dei laghi di Lugano e Locarno. Il Museo è raggiungibile soltanto via lago
Il Museo delle dogane svizzero di Gandria, sul lago di Lugano, ha riaperto i battenti. La nuova esposizione temporanea celebra il turismo sui nostri laghi nella Belle Époque. La riapertura stagionale del Museo svizzero delle dogane avviene nel pieno rispetto delle misure di sicurezza anti Covid-19.
Una ripresa differita rispetto alla generale riapertura dei musei svizzeri iniziata lo scorso 11 maggio, che si spiega con la posizione unica nel suo genere del Museo, raggiungibile soltanto via lago. L’accesso al Museo è infatti strettamente legato al servizio assicurato dalla Società navigazione Lago di Lugano che ripropone le sue crociere turistiche a partire da oggi. Il fascino turistico dei nostri laghi a cavallo fra Otto e Novecento è il tema della nuova esposizione temporanea allestita al secondo piano del Museo delle dogane e intitolata «Belle Époque». I laghi prealpini nei manifesti della Biblioteca nazionale svizzera».
La ventina di grandi manifesti turistici d’epoca esposti in mostra vantano le bellezze dei laghi di Lugano e Locarno e sono un invito a un viaggio nel tempo, più precisamente al periodo compreso fra il 1880 e lo scoppio della Grande guerra. Allora l’Europa visse una fase di crescita economica e tecnologica senza precedenti. Un periodo di luci e ombre, in cui l’ottimismo con cui si guardava al futuro si accompagnava ai timori per i profondi e rapidi mutamenti della società.
La Belle Époque fu considerata tale forse per sottolineare la parentesi, nella storia moderna, di un tempo senza sangue, senza vincitori né vinti. Un tempo riflesso anche nei manifesti pubblicitari e nelle immagini nostalgiche dei laghi al Sud delle Alpi. Un tempo in cui viaggiare era un privilegio per pochi e il turismo di massa era un fenomeno ancora lontano. La mostra, curata da Lorenzo Sganzini, è realizzata dalla Fondazione culture e musei di Lugano, che gestisce il Museo delle dogane su incarico dell’Amministrazione federale delle dogane. Le opere esposte provengono dalla Collezione di manifesti del Gabinetto delle stampe della Biblioteca nazionale svizzera. Alcuni arredi e strumenti di battelli d’epoca, messi a disposizione dalla Società Navigazione Lago di Lugano, completano l’allestimento.
«Belle Époque» è il secondo episodio del «Progetto Lìmine», avviato dalla Fondazione culture e musei nel 2018 con l’esposizione temporanea «Un piccolo mondo antico» e le attività a questa connesse. L’obiettivo di «Lìmine» è rafforzare ed estendere la vocazione del Museo delle dogane. Non solo un museo che conserva la memoria dell’eterno conflitto fra contrabbandieri e guardie di confine, ma un luogo dove aprire anche una riflessione più ampia sul tema del confine, sia in una prospettiva storica e sociale, sia dal punto di vista delle implicazioni antropologiche e artistiche che comporta.
Il progetto mira inoltre a valorizzare l’idea di lago e i caratteri non solo naturalistici del paesaggio lacustre, e rivolge l’attenzione a quel momento della Storia in cui il Ticino si è trovato coinvolto, a vario titolo, nei grandi mutamenti della società moderna: dai moti risorgimentale alla nascita del turismo internazionale. Il catalogo della mostra, in edizione bilingue italiano/tedesco, è curato da Lorenzo Sganzini e contiene oltre quaranta manifesti turistici del periodo fra il 1884 e il 1913.
Gli articoli di Lorenzo Sganzini, Susanne Bieri e Lisa Ferretti offrono al lettore una panoramica sulla storia e le caratteristiche delle rappresentazioni figurative dei nostri laghi, nonché un ritratto del turista del tempo, elegante e cosmopolita, che apprezzava il clima e il paesaggio dei laghi prealpini. Per tutta la stagione 2020, che si concluderà il 18 ottobre prossimo, il Museo delle dogane presenta anche una seconda esposizione temporanea sui rischi della contraffazione delle merci («Non è tutto oro quel che luccica»), promossa dall’Associazione Stop Piracy di Berna. La mostra permanente ricostruisce l’attività di doganieri e guardie di confine sia nel passato sia ai nostri giorni.
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