Saronno/Gerenzano: un carrello solidale per aiutare le famiglie in difficoltà
L'iniziativa di solidarietà presente nei punti vendita Tigros di Gerenzano e Saronno ha permesso in queste settimane di supportare le famiglie bisognose del saronnese seguite dalla Mensa dei poveri e dall'Emporio della Solidarietà
Due carrelli della spesa riempiti ogni settimana di generi alimentari pronti per essere impacchettati e distribuiti a famiglie saronnesi in difficoltà. È questo il risultato raggiunto grazie alla generosità dei clienti dei punti vendita Tigros di Saronno e di Gerenzano, che hanno lasciato parte dei loro acquisti nel carrello solidale vicino all’uscita del supermercato.
La Mensa dei poveri di Saronno, gestita dall’associazione “Amici di Betania”, ha coordinato il ritiro dei prodotti e la distribuzione alle persone bisognose del territorio. Parte dei beni alimentari raccolti sono stati consegnati all’Emporio della Solidarietà, che ospita generalmente tra le 40 e le 50 famiglie ogni mese.
Nel 2019 sono stati ben 16.000 i pasti erogati dalla mensa dei poveri di Saronno. In questi mesi di emergenza sanitaria nazionale la mensa è chiusa al pubblico, ma il lavoro dei volontari e di quanti sostengono la mensa non si è fermato. Due volte alla settimana infatti viene preparato e consegnato un pacco alimentare, ossia una spesa valida per tutta la settimana, agli utenti che abitualmente frequentano la mensa.
La mensa si prende cura di circa cinquanta persone al giorno. Sono gli italiani ad usufruire maggiormente del servizio, come racconta l’associazione stessa: «Gli italiani sono circa il 65%, la restante parte sono stranieri. Generalmente sono persone segnalate dai Servizi Sociali o da altre istituzioni di servizio presenti sul territorio». Nella maggioranza dei casi si tratta di persone che vivono una condizione di disagio stabile e che quindi oltre al bisogno di un pasto caldo necessitano anche di altri tipi di supporto, come ad esempio quello psicologico. «Cerchiamo di incentivare gli utenti ad utilizzare la mensa solo come un servizio di emergenza – spiega l’associazione – Una volta entrati in rapporto con noi, attraverso una serie di strutture che possono farsi carico delle esigenze delle persone si cerca di rimetterle in carreggiata e di renderle autonome».
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