Nuovo sopralluogo degli inquirenti ad Albizzate, valutazioni sulla riapertura delle attività
Lungo la via Marconi sono ospitate quattro attività che occupano almeno una sessantina di lavoratori. I tecnici della procura hanno ricostruito anche con la testimonianza del sindaco Zorzo la dinamica del crollo
Nuovo sopralluogo degli inquirenti ad Albizzate, nel luogo dove mercoledì pomeriggio ha ceduto il cornicione di un immobile uccidendo una mamma con i suoi due bambini (Si chiamavano Fauzia Taoufiq, Soulaymane e Yaoucut). Nella tarda mattinata di venerdì 26 giugno la pm Nadia Calcaterra, accompagnata dal comandante del Nucleo Investigativo di Varese Paolo Tiadina, dal comandante del reparto operativo dei carabinieri di Varese Federico Ninni e dai tecnici della procura, hanno ripercorso quei 70 metri di via Marconi ancora ricoperti delle macerie provocate dal crollo.
Tutto è stato ricoperto per poter garantire l’integrità della scena in vista dei numerosi rilievi che saranno necessari e l’area è costantemente presidiata 24 ore su 24 da carabinieri e protezione civile.
Il nuovo sopralluogo è servito soprattutto per permettere ai consulenti tecnici di eseguire nuove verifiche sulla stabilità degli edifici, oltre che a raccogliere nuovi elementi dell’indagine che mira a chiarire la natura di quel drammatico cedimento.
Con gli inquirenti e i tecnici c’era anche il sindaco Mirko Zorzo, testimone diretto della tragedia avvenuta in via Marconi, che ha ricostruito di fronte ai consulenti la dinamica del crollo rivivendo quell’incubo che lo ha visto salvo solo per miracolo.
Le verifiche effettuate saranno fondamentali anche per chiarire un elemento importante che, seppur in secondo piano rispetto alla tragedia umana che ha colpito una famiglia albizzatese e alla necessità di fare completamente luce sulla dinamica di quanto accaduto, resta fondamentale: la valutazione sulla possibilità e i tempi nei quali si possa garantire la riapertura delle attività.
Lungo la via Marconi, infatti, sono ospitate quattro attività che occupano almeno una sessantina di lavoratori ora tutte bloccate dal sequestro giudiziario. Si tratta del ristorante Lo Sfizio, che durante la notte di mercoledì ha potuto per lo meno essere svuotato della merce deperibile, una lavanderia, l’azienda La Stella, impresa specializzata nelle fornitura di leghe e disossidanti della quale è dipendente lo stesso sindaco Mirko Zorzo, e il supermercato Crai, che si trova nell’edificio opposto rispetto a quello che ha subito il crollo ma costruito con le medesime caratteristiche.
Capire i tempi necessari allo svolgimento delle indagini ed, inevitabilmente, alla messa in sicurezza degli stabili è in questo momento fondamentale per riprogrammare le attività lavorative.
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