“Vipere lanciate dagli elicotteri“, e la fake news è servita

Luoghi comuni, esagerazioni e leggende attorno al “goffo e maldestro” animale delle nostre valli

Avarie

«Bambini, adesso cantiamo una bella canzone così se ci sono le vipere scappano». Peccato che questi rettili siano sordi.

«Non andate nei boschi perché ci sono gli aspidi che si arrampicano sugli alberi».

Ma le vipere sono animali estremamente goffi e molto lenti, e non hanno l’agilità degli altri forti predatori striscianti che non provvisti di veleno devono sviluppare nella rapidità la loro qualità più spiccata per catturare animali di cui si nutrono.

Così mentre la vipera si accorge della presenza di un roditore e lo ferma con un morso del suo potente veleno, sarà in grado di cercarlo nonostante l’animale prima ferito e poi intontito cada privo di sensi e poi morto lontano dal luogo dell’agguato.

Ben più risoluti biacchi e saettoni cominciano a mangiare la preda che ancora si muove. I miti su questi animali trovano terreno fertile nelle dicerie popolari per via di una paura atavica per ciò che striscia raffigurato dai testi sacri alla letteratura di intrattenimento alle arti visive come qualcosa di cui aver paura, di pericoloso.

Quindi anche un innocuo biacco (che dalle nostre parti, nel Varesotto viene chiamato “ratera“, assieme al collega saettone) fa paura, ma all’uomo non solo non può fare male, ma addirittura rappresenta un formidabile cacciatore per le specie infestanti, e addirittura per le stesse vipere: in letteratura sono documentati casi di predazione del veloce biacco ai danni della “paciosa“ vipera.

«L’altra leggenda riguarda le vipere che vengono gettate dagli elicotteri, un fatto che non è mai avvenuto e a cui non so dare una spiegazione in merito alla sua genesi» spiega l’erpetologo del museo di storia naturale di Milano Stefano Scali, una parabola che riguarda altre leggende metropolitane che riguardano altre specie, come quella del lupo che è stato “reimmesso nei nostri boschi“, anche lui, con tanto di cappello indossato e denti aguzzi, raffigurato nei seminari di zoologia con un paracadute mentre scende lanciato da un aereo, parodie di leggende impiegate per fare informazione.

Un’esagerazione che riguarda solo il lupo volante? Non proprio. Se si digita su google “lancio di vipere dall’elicottero”, in 0.34 secondi escono 12.300 risultati fra cui la spassosissima e omonima voce su wikipedia, dove fra le tipologie di “lanci“ di vipere si annoverano, tra gli imballaggi usati per “bombardare“ le montagne di rettili:

scatole di cartone paracadutate (maggiormente diffusa); sfuse, con la conseguenza che l’impatto le stordirebbe e verrebbero in gran parte mangiate da rapaci; in sacchetti di plastica paracadutati; in sacchetti di plastica contenenti acqua paracadutati; contenitori ovoidali che si aprono all’impatto col suolo; in pacchetti ammortizzanti recanti la scritta: “Maneggiare con guanti e forare prima del lancio”.

Robe da trattamento sanitario obbligatorio. Invece tornando alla realtà, il modo migliore per evitare un incontro con le vipere, sorde come una campana, mentre si va per i boschi è provocare delle vibrazioni nel terreno: prima di superare quel muretto confinale diroccato, prima di imbattersi in un folto bosco di felci nella assolata radura è bene battere forte i piedi a terra: se si vede qualcosa che striscia e se ne va, può darsi che sia stato proprio quel comportamento precauzionale ad aver evitato il tanto sgradito incontro, piuttosto che l’intonazione di “Volare“ per darsi coraggio.

Sugli alberi, conferma l’esperto, possono occasionalmente salire solo biacchi e saettoni: al massimo la vipera può spingersi su di una siepe con però il rischio, da animale maldestro, di cadere con facilità.

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Pubblicato il 15 Giugno 2020
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