Aias dopo il lockdown conta i danni della pandemia: “Abbiamo bisogno di una mano”
Il centro di riabilitazione Aias ha svolto da remoto le attività per il sostegno e la cura dei pazienti, ma il Covid ha portato gravi danni economici. Servono 200 mila euro
Ieri mattina (giovedì) il centro di riabilitazione Aias ha fatto il punto della situazione rispetto alla ripresa della sua operatività dopo l’emergenza Covid. A poco più di due mesi dalla riapertura delle attività in presenza del centro riabilitativo ambulatoriale e alla vigilia di quella del Centro Sperimentale per il trattamento Intensivo dell’autismo, Aias evidenzia le difficoltà sul fronte economico.
Aias onlus “Annibale Tosi” di via Alba 30, a Busto Arsizio, è attiva da 54 anni sul territorio nell’ambito della riabilitazione dei minori, in particolare sul fronte neuromotorio e neuropsichiatrico. Per la maggior parte dei casi il centro non addebita alcun costo ai pazienti che ricevono le prestazioni a titolo gratuito in regime di convenzionamento con il SSN. «Da quasi vent’anni, però, – denunciano gli amministratori Aias – le risorse garantite all’Associazione dal regime pubblico sono rimaste stabili, a fronte di costi che sono stati costantemente crescenti». A tali difficoltà economiche Aias ha risposto con importanti tagli al superfluo e una ricerca di nuove fonti di finanziamento per giungere ad un equilibrio dei costi e dei ricavi: «Cerchiamo di risparmiare su tutto ciò che non è strettamente necessario per il paziente» ha sottolineato Alessandro Valtolina, direttore generale di Aias.
La pandemia da Covid-19 non ha fatto altro che colpire Aias su più fronti. In particolare, dal punto di vista della tenuta economica, «il nostro ente, la cui sostenibilità è basata essenzialmente sul numero di prestazioni effettuate, ha dovuto scontare circa due mesi e mezzo di chiusura totale delle attività in presenza, dove il riconoscimento delle attività in remoto ha comunque generato un ricavo molto minore di quanto avrebbe percepito se le stesse fossero potute proseguire in presenza» hanno spiegato Valtolina e Castiglioni. E continuano: «Questo ha comportato la riduzione di circa il 25% delle prestazioni attese a fine anno e prospettive per l’anno che inducono a prevedere una perdita economica molto consistente. Il danno economico potrebbe addirittura essere di 200.000€. Inoltre, a partire dagli ultimi mesi dell’anno, si potranno presentare problemi di liquidità se ATS Insubria e Regione Lombardia, come già annunciato, richiederanno ad altri enti come Aias la restituzione di somme già erogate in acconto, che per noi, in questo momento, sono vitali».
Ecco perché risultano essere indispensabili per Aias le collaborazioni come quelle con Fondazione Comunitaria del Varesotto, che con il bando “Insieme per Varese” ha assegnato ad Aias 15mila euro per il progetto di riabilitazione da remoto e la ripartenza in presenza e in sicurezza.
A fronte di questo, Franco Castiglioni, tesoriere dell’associazione, ha tenuto a ricordare che «Aias sostiene l’azione che sta portando avanti il Comitato Regionale Lombardo delle Associazioni aderenti ad Aias Nazionale con Regione Lombardia, grazie a Gaetano Santonocito, con l’intento di ottenere un sostegno economico per superare la difficile fase attuale».
Per Aias la ripartenza dopo il lockdown è stata ancora più complicata dell’emergenza: «Durante la pandemia i pazienti hanno sofferto molto in quanto abbiamo bloccato diverse attività in presenza; altre abbiamo scoperto che possiamo farle in remoto. Siamo riusciti anche a fare fisioterapia a distanza, con la collaborazione delle famiglie; le visite di logopedia e di neuropsichiatria. Abbiamo, dunque, cercato di affrontare il periodo al meglio, ma ora abbiamo bisogno del sostegno degli enti pubblici e dei privati» ha chiosato il direttore Alessandro Valtolina.
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