Allarme della Cgil: a settembre 20.000 cattedre scoperte in Lombardia
La denuncia del sindacato che chiede risorse e un cospicuo piano di investimenti

La Cgil, in una nota, denuncia una situazione molto difficile per il prossimo anno scolastico:
«Dopo la pubblicazione dei trasferimenti del personale docente, già oggi la situazione delle cattedre scoperte per l’inizio del nuovo anno scolastico in Lombardia risulta essere più che allarmante. Infatti sono quasi 20.000 le cattedre scoperte.
Le immissioni in ruolo che verranno assegnate alla Lombardia saranno, per l’ennesimo anno, non soddisfatte per carenza candidati nelle graduatorie o per esaurimento delle stesse. Già lo scorso anno su 11.335 possibili immissioni in ruolo in Lombardia ne sono state assegnate solo il 30% e per settembre la situazione sarà più tragica. Il motivo?
Nessun concorso è stato predisposto per poter avere in tempo nuove graduatorie con nuovi candidati, nemmeno per i precari con tre anni di servizio che dovevano accedere ad un concorso straordinario e che, con una procedura da noi proposta, potevano occupare fin dal °1 settembre i posti vacanti con assegnazione del ruolo con prova finale al termine dell’ anno scolastico.
Purtroppo il dato di oggi delle cattedre scoperte è destinato ad aumentare a seguito sia dei posti che verranno ulteriormente autorizzati per le cattedre di sostegno per gli alunni disabili, che per i posti e le cattedre orarie comunque vacanti nell’ organico di fatto reale all’inizio del nuovo anno scolastico.
Come già avevamo ipotizzato, in Lombardia possiamo prevedere che l’ anno scolastico prossimo inizierà con oltre 50.000 supplenze. Ma il numero è destinato ad aumentare.
E, nel frattempo, le scuole e le famiglie non sanno ancora come sarà il nuovo anno scolastico per affrontare il contesto dell’ emergenza sanitaria e l’ obbligo del distanziamento fisico degli alunni in classe. Il Ministero ha emanato linee guida solo pochi giorni fa di fatto scaricando sulle scuole e sui Dirigenti Scolastici la gestione dell’organizzazione della scuola.
Il rischio, se non si interverrà con un aumento di organico di docenti e di personale ATA (in particolare di Collaboratori scolastici) che possa consentire la riduzione degli alunni per classe e lo sdoppiamento delle classi in nuovi spazi ancora da reperire, è quello di una riduzione del tempo scuola per gli alunni/studenti.
Ribadiamo le nostre richieste: servono risorse straordinarie con un cospicuo piano di investimenti, l’aumento di personale docente e Ata adeguato per riportare tutti, bambine e bambini, alunne e alunni, studentesse e studenti a scuola in presenza a settembre; l’individuazione urgente di nuovi spazi per ridurre gli alunni nelle classi per garantirne il distanziamento; investimenti strutturali per l’edilizia scolastica; la prevenzione sanitaria nelle scuola; l’assunzione dei docenti precari e la loro stabilizzazione. Ma, soprattutto, serve un piano strategico e con la centralità della scuola nelle azioni del governo. Ministero e Governo sono stati, invece, molto lontani da questo sia per incapacità che per scelta politica.
Il sistema di governo della ripartenza appare lontano dalla capacità di dare indicazioni chiare e di supporto per pianificare la ripresa a settembre, per riportare tutti le bambine e i bambini, le studentesse e gli studenti a scuola in presenza.
Urge, quindi, come avvenuto per gli Esami di Stato in presenza, un protocollo nazionale sulla sicurezza e tutela della salute tra Organizzazioni Sindacali e Ministero dell’ Istruzione per la ripresa delle lezioni in presenza a tutela degli studenti e dei lavoratori».
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