Arresto davanti alla Casa di Francesco a Gallarate, Romano: “Presentiamo denuncia”
Il legale del marocchino fermato martedì scorso a Gallarate con modi bruschi da alcuni agenti della Locale è intenzionato ad andare avanti: "È una brava persona. Merita rispetto"
L’avvocato Pietro Romano è deciso ad andare fino in fondo e domattina presenterà la denuncia a nome di Achraf Benaziza nei confronti dei quattro agenti della Polizia Locale di Gallarate che lo hanno fermato con modi decisamente bruschi venerdì scorso davanti alla Casa di Francesco, dove lo stesso viveva da qualche mese: «Non solo contro i quattro agenti ma anche nei confronti dell’uomo che ha chiamato le forze dell’ordine dopo aver riempito il ragazzo di insulti razzisti. È una brava persona, merita rispetto». La vicenda ha avuto grande risalto mediatico soprattutto per il video che è circolato tantissimo e che riprende le fasi del fermo da parte degli agenti gallaratesi.
Secondo Romano, dunque, tutto sarebbe partito dal fatto che la presenza di Achraf in quella via, in quel momento, avrebbe dato fastidio al vicino intollerante il quale si sarebbe inventato di sana pianta la versione secondo la quale il tunisino stesse urinando per strada: «Quella versione l’ha cambiata tre volte prima di dileguarsi dalla scena». Il marocchino stava aspettando le 18 per poter rientrare nella struttura che rimane chiusa dalle 9 alle 18.
L’avvocato gallaratese descrive Achraf come un gran lavoratore che negli ultimi mesi stava affrontando un momento di difficoltà perchè rimasto, per la prima volta dopo 13 anni, senza lavoro: «Non beve e non fa uso di sostanze. Regolare in Italia dal 2007, mantiene una moglie e un figlio nel suo paese natale, famiglia che avrebbe voluto portare in Italia attraverso il ricongiungimento. Ha lavorato per due anni alla Lidl di Biandronno, 4 anni con la cooperativa Emmaus di don Gino Campiotti, altri 4 anni all’ospedale Maggiore di Novara e poi alla discarica di Vanzaghello con un’altra cooperativa. A dicembre è rimasto senza contratto e ha vissuto a casa di due due medici del Varesotto che lavoravano all’ospedale di Novara. Loro stessi gli avevano trovato posto alla Casa di Francesco».
Romano racconta anche la versione di Benaziza di come sarebbero andate le cose all’interno del comando della Polizia Locale: «È stato tenuto fino alle 10 in comando. Quando è arrivato gli è stato offerto il caffè. Poi il comandante Lotito ha convocato gli agenti che lo hanno fermato e ha tirato due pugni sulla scrivania, sgridandoli per il comportamento tenuto». Infine presenta il referto medico di Ben Aziza: «Per lui 6 giorni di prognosi, lesioni all’avambraccio, dito lussato e trauma da schiacciamento».
TAG ARTICOLO
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
PaoloFilterfree su Vannacci a Varese, sala gremita per il suo attacco frontale: “Von der Leyen? Sembra viva”
Castegnatese ora Insu su Raid vandalico nella tensostruttura di Castronno: rubati i palloni e divelti gli estintori
Bruno Paolillo su Varese e la crisi del commercio: interviene anche Paolo Ambrosetti tra dati allarmanti e la replica del Comune
GrandeFratello su Arrivano i treni Varese-Milano Centrale. Ma solo per due giorni
Massimo Macchi su Tarip, le prime fatture fanno discutere. Coinger: "Una rivoluzione culturale"
PaGi su Si è ribaltato un altro grosso tir, traffico in tilt tra Somma Lombardo e Malpensa lungo la via Giusti
A me non è mai successo di essere ammanettato ed arrestato,evidentemente non sono una brava persona….dal momento che in Italia ormai è la prassi definire come tale chi bighelloneggia per strada e disturba gli altri. E’ sufficiente provenire da un altro continente per il rilascio dell’autorizzazione a fare ciò che si vuole,in barba alle leggi che solo gli italiani sono obbligati a rispettare.