“Caianiello come Orsi”, Colombo garantista in consiglio comunale
Botta e risposta tra due ex sindaci Roberto Caielli e Marco Colombo nell'ultimo consiglio comunale, in cui è stata evocata l'indagine Mensa dei Poveri e il ruolo dell'ex capocorrente di Forza Italia
«Siamo garantisti, aspettiamo i gradi di giudizio come per Giuseppe Orsi». È un Marco Colombo rigorosamente garantista quello che nel consiglio comunale di ieri, martedì 21 luglio, è andato a toccare (e paragonare) due importanti vicende giudiziarie. L’elezione del presidente del consiglio comunale di Sesto Calende ha generato infatti un botta e risposta tra due ex sindaci Roberto Caielli e Marco Colombo.
Andiamo con ordine.
«L’impressione è che il regolamento venga modificato più per motivi interni alla maggioranza rispetto alla funzionalità del consiglio comunale» aveva attaccato Caielli di Insieme per Sesto, alludendo non troppo velatamente a Caianiello, il ras di Forza Italia intorno a cui ruota l’inchiesta “Mensa dei Poveri”. «Non molto tempo fa avevamo visto questa lista benedetta da una persona che in provincia di Varese era lo specialista della distribuzione delle cariche».
«Ho sempre messo la faccia davanti ai miei cittadini» ha controbattuto “di petto” Colombo definendo “infamanti” le parole di Caielli. «L’ho sempre fatto, anche di fianco a Nino Caianiello. C’è stato il carcere, è vero, come è successo anche all’ingegner Giuseppe Orsi». Citato come «nostro stimato concittadino» sestese, ma soprattutto per la sua storia giudiziaria: «Ingiustamente è stato in carcere ottanta giorni per poi, dopo i tre gradi di giudizio, essere assolto in quanto innocente. Aspettiamo prima i gradi di giudizio. Se un giorno questa persona (Caianiello, ndr) subirà delle condanne, vorrà dire che la giustizia ha fatto la sua parte».
Una risposta “garantista” dunque quella di Colombo che ha voluto ricordare l’esito della vicenda che ha visto protagonista l’ex dirigente e amministratore di Finmeccanica e Agusta Westland in un primo momento condannato in appello nel 2016 per presunte tangenti ma poi assolto in via definitiva lo scorso maggio dopo l’assoluzione del 2018.
«Non è corretto definire “infamante” il ricordo di un episodio storico documentato dai giornali» ha replicato ancora Caielli. «Così come non è stato corretto tirar in mezzo un’onesta persona come Orsi: in questa discussione non c’entrava proprio niente». Allo stato attuale invece Nino Caianiello è ancora in attesa di giudizio, è accusato di aver costruito un “sistema feudale” che prevedeva distribuzione di cariche e il versamento di una “decima” al capocorrente di Forza Italia: il processo dovrà iniziare in autunno, dopo che l’anno scorso un primo giudice ha rifiutato il patteggiamento chiesto da diversi indagati.
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