Calci, pugni e insulti a professori e compagni in una scuola di Busto: in comunità due fratelli minorenni
Sono stati affidati a comunità diverse i due ragazzi che hanno imposto un clima di prevaricazione e minacce nell'istituto che frequentavano. Uno dei due era stato sospeso il primo giorno di scuola

Schiaffi, insulti e minacce ai professori. Botte ai compagni e aggressioni per vendetta.
Sono stati assegnati a differenti comunità per minori i due fratelli che lo scorso anno scolastico si sono resi protagonisti di svariati atti di violenza e prevaricazione all’interno dell’istituto frequentato a Busto Arsizio.
L’anno burrascoso era iniziato proprio il primo giorno di scuola, quando i poliziotti erano intervenuti per le intemperanze di uno di loro. Il ragazzo, redarguito da un insegnante per un comportamento scorretto in classe, aveva reagito picchiando il professore, insultando e minacciando altri docenti e infine infrangendo con un pugno una vetrata.
Ne era seguito, da parte della Polizia, l’invio di una denuncia al giudice minorile e, da parte della dirigenza scolastica, l’immediata sospensione per tutto l’anno. Erano passate poche settimane e anche il fratello era stato sospeso dalla stessa scuola dopo aver aggredito un compagno provocandogli lesioni.
Pur non potendo più frequentare le lezioni, i due hanno comunque continuato a tentare di imporre la propria egemonia sugli ex compagni e in particolare su alcuni di loro, presi di mira per aver osato opporsi alle loro prepotenze o perché ritenuti responsabili di veri o presunti torti nei confronti loro, di loro amici o ragazze. A farne le spese: una compagna, fatta bersaglio di insulti, umiliazioni e inviti a suicidarsi sia di persona che attraverso messaggi inviati via “social”; un compagno aggredito in due occasioni, prima in classe dove gli veniva stretta la gola sollevandolo da terra e poi, per vendetta a seguito della segnalazione ai professori, nel corso di un pestaggio di gruppo; un altro compagno, reo di aver litigato con un amico dei fratelli e di aver offeso la ragazza di uno di loro, attirato in un incontro “trappola” nei pressi della stazione ferroviaria di Busto Arsizio, sottoposto a pestaggio e rapinato delle scarpe.
Le modalità particolarmente efferate e fuori controllo delle azioni dei due fratelli e la considerazione che l’ambiente familiare non è in grado di contenerli – anzi il padre ha dato in più occasioni sostegno ai figli, minacciando e aggredendo a sua volta professori e studenti – hanno indotto il GIP a adottare la misura cautelare e a separare i due facendoli collocare in diverse comunità.
Le accuse che Polizia e Magistratura muovono loro sono di aver commesso atti persecutori, lesioni e rapina nei confronti di almeno tre compagni.L’affidamento alle comunità è avvenuta in esecuzione di un’Ordinanza applicativa della misura cautelare del Tribunale per i Minorenni di Milano.
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