Confcooperative Insubria: “Condividere i bisogni crea opportunità”
Riconfermato Mauro Frangi alla presidenza. Crescono le imprese iscritte: «Un ambiente sano e partecipato da cooperative di qualità»
Non ci poteva essere evento migliore per il ritorno alle attività del centro congressi delle Ville Ponti dopo l’emergenza sanitaria. L’assemblea generale di Confcooperative Insubria, che comprende i territori di Como e Varese, aveva come titolo “Costruttori di bene comune – Imprese: persone e comunità” che sintetizzava perfettamente la natura e la mission del centro congressi varesino.
Un’assemblea «molto attesa», convocata il 6 marzo scorso e poi sospesa a causa del coronavirus. Molti i presenti, distanziati socialmente e con le mascherine a nascondere i visi ma «non gli occhi», tra questi: il padrone di casa, Fabio Lunghi, presidente della Camera di Commercio, Massimo Minelli presidente di Confcooperative Lombardia, l’arcivescovo monsignor Giuseppe Vegezzi, il sindaco Davide Galimberti, l’assessore regionale Raffaele Cattaneo, il consigliere regionale Samuele Astuti, il segretario provinciale della Uil, Antonio Massafra, quello di Como e Lecco, Salvatore Monteduro, il segretario della Cgil di Como, Umberto Colombo, e quello di Varese, Stefania Filetti.
A condurre i lavori c’era il vicepresidente vicario nazionale Marco Menni che ha affiancato Mauro Frangi, presidente uscente e riconfermato per i prossimi quattro anni. «Siamo un’associazione in crescita – ha detto Frangi – dalla costituzione è costantemente aumentato il numero delle imprese aderenti».
Dal momento della sua nascita, Confcooperative Insubria è passata da 401 a 422 imprese. Non numeri stratosferici, certo, ma ogni anno un segno più nella consapevolezza che l’associazione di rappresentanza «è un luogo che rafforza le condizioni di successo imprenditoriale delle imprese aderenti e le aiuta a meglio tutelare e valorizzare l’autenticità dei propri scopi e metodi».
Un ambiente «sano e partecipato da cooperative di qualità» a cui Frangi ha voluto dar voce durante la sua stessa relazione, facendo un passo di lato. Una scelta che ha reso questa assemblea post-covid viva e coinvolgente per i tanti presenti alla Villa Napoleonica. Un modo nuovo in «un mondo nuovo» che ha bisogno di guardare in faccia la realtà come hanno fatto molti cooperatori catapultati con i loro progetti e le loro speranze nel cuore nero della pandemia. Voci affidate a un toccante monologo di Enrico Gentina, una narrazione intensa capace di far sentire al pubblico tutto il peso dell’incertezza e al contempo la leggerezza della speranza, perché «il futuro sarà difficile».
Nessuno può pensare di «vivere sano in un mondo malato», lo sa bene Giuseppe Tonello, detto Bepi, che collegato in videoconferenza ha letteralmente catapultato l’intera assemblea in Ecuador, dove dal 1971 è presidente e animatore di Codesarollo, una banca rurale che ha avviato un programma di microcredito di successo tra i campesinos. La testimonianza straordinaria di un uomo che ha dimostrato che con il risparmio e il lavoro è possibile uscire dalla povertà. Una lezione che merita di essere conosciuta e studiata anche a queste latitudini.
Quando Tonello dice che i poveri producono ricchezza ma non sono capaci di capitalizzarla a loro favore, entra nel cuore del problema delle disuguaglianze. Una riflessione che apre la strada al vero elemento vincente della cooperazione: condividere i bisogni crea opportunità. Verità che molti ignorano, come ha detto nel suo intervento finale Francesca Paini, cooperatrice comasca da poco insignita dal capo dello Stato Sergio Mattarella dell’onorificenza di Cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica Italiana.
Eletto il consiglio interprovinciale di Confcooperative Insubria
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