Due bustocchi nelle mani della ‘ndrangheta: “Molinari ed Efrem al servizio delle cosche”
Efrem viene da una famiglia eritrea molto in vista (nonno e zio ministri), Molinari è invece il 39enne a capo dell'azienda che aveva sede nella centralissima via Milano
Secondo la Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Milano e in particolare secondo il pm Silvia Bonardi che ha condotto l’inchiesta, la Smr Ecologia era un vero e proprio verminaio di interesse malavitosi. In questo grande pantano maleodorante, gestito dal bustocco Matteo Molinari, ci sguazzavano in tanti. Sarebbero state le sue dichiarazioni a far emergere tutto quello che ruotava attorno all’azienda con sede a La Guzza (Como).
Il primo era Angelo Romanello figlio del boss di Siderno Antonio Francesco Romanello, detto compare Totò e condannato a 10 anni nell’ambito dell’inchiesta Infinito. Lo stesso Romanello è pregiudicato con diversi anni di carcere alle spalle, specializzato nell’acquisire aziende decotte con la promessa di rivitalizzarle ma che, in realtà, fungerebbero da lavatrici per ripulire soldi di provenienza illecita.
Romanello, classe 1983, si insinua nell’azienda di Molinari, in una fase di grave difficoltà e la sfrutta per far transitare e smaltire migliaia di tonnellate di rifiuti urbani e speciali, trasportati con documentazione falsificata. A lui fanno riferimento, nell’inchiesta, oltre alla Smr anche la Tecnometal di Trento, della Salcon di Como, della Eco.Lo.Da. di Lamezia Terme.
La Smr Ecologia (fallita ad agosto del 2019 e il cui curatore fallimentare è il fratello del sindaco di Busto Arsizio, Roberto Antonelli) aveva come mission quella di ricevere rifiuti e recuperarne una parte per realizzare combustibile solido secondario (css) per cementifici e impianti per la produzione di energia termica.
Oltre al gruppo di Romanello anche la cosca di Legnano-Lonate Pozzolo si era insinuata, sostanzialmente taglieggiando dal 2014 al 2018 il proprietario dell’azienda. Giovanni Lillo, classe 1972, genero del capo indiscusso della locale (Vincenzo Rispoli, attualmente al 41bis) era stato assunto in azienda ma non solo, le continue e incessanti richieste di denaro da parte degli esponenti della cosca veniva soddisfatto attraverso la creazione di fondi neri grazie a fatture false.
Qui entra in gioco Paolo Efrem che, attraverso una ditta individuale a lui intestata, avrebbe favorito la creazione di questi fondi che venivano poi utilizzati per pagare i soggiorni dei familiari di Rispoli (la potente famgilia cirotana dei Farao) al nord. Efrem avrebbe fatto anche da autista a Daniele Frustillo, arrestato nell’operazione Feudo che aveva scoperchiato il complesso viaggio dei rifiuti dal nord al sud, e ad altri esponenti della cosca per portarli al carcere di Novara in visita a parenti detenuti.
Paolo Efrem è entrato in consiglio comunale a marzo del 2018 dopo che Matteo Tosi, garante cittadino dei detenuti e unico consigliere eletto nella lista Busto Grande, ha deciso di presentare le dimissioni, favorendo l’ingresso di Efrem. Secondo l’accusa anche la campagna elettorale del 2016 sarebbe stata sostenuta dalla famiglia Rispoli.
Efrem nasce da genitori eritrei a Busto Arsizio nel 1981 ed è cresciuto nel quartiere dei Santi Apostoli. Alle ultime elezioni amministrative si era presentato nella lista Busto Grande e ha ottenuto 82 preferenze.
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