Gherardo Colombo lancia in anteprima a Varese ResQ, “Andremo a salvare vite in mare”
Parte la raccolta fondi con l'obiettivo di acquistare una nave da 40 metri per il salvataggio dei migranti sulle pericolose rotte via mare nel mediterraneo. Tra i fondatori anche due varesini
Una nave da 40 metri con 10 persone di equipaggio, e 9 tra medici ed infermieri, soccorritori, mediatori, giornalisti e fotografi da mettere in mare per salvare uomini e donne, prestare soccorso e raccogliere testimonianze su quanto accade a poche miglia dalle nostre coste.
È stato presentato in anteprima ad un pubblico ristretto a Varese il progetto del quale Gherardo Colombo, insieme a 130 soci fondatori (tra i quali almeno due varesini) è presidente onorario.
Si chiama “ResQ”, è un’associazione nata nell’ultimo mese che ora si pone un obiettivo ambizioso: raccogliere i fondi necessari all’acquisto di una nave che batterà bandiera “ResQ-People Saving People” pronta a rinforzare il fronte del salvataggio dei migranti sulle pericolose rotte via mare.
La raccolta fondi si pone tre step obiettivo: 520mila euro, che sono i soldi necessari per l’acquisto della nave; 1 milione di euro, ovvero la cifra minima per avviare il progetto e coprire il costo della nave, la preparazione, l’allestimento ed il costo di funzionamento dei primi 3 mesi; e, infine, 2,1 milioni di euro, la vera soglia economica necessaria a garantire il progetto nella sua interezza.
Tra i soci fondatori della Onlus risultano anche il sindaco di Comerio Silvio Aimetti, impegnato da tempo sul fronte dell’accoglienza, e Gisa Legatti del gruppo nAzione Umana. Proprio di questa associazione è stato ospite l’ex magistrato Gherardo Colombo a Varese insieme a Giacomo Franceschini di Intersos e Luciano Scalettari di Famiglia Cristiana.
Gherardo Colombo a Varese«Quando si è ventilata l’ipotesi di mettere in mare una nave per salvare le persone che affogano mi sono chiesto: se stessi annegando vorrei che qualcuno venisse a salvarmi? Ho risposto sì, sia alla domanda sia alla nave – ha spiegato – oltretutto ce lo chiede la nostra Costituzione, che bandisce ogni discriminazione e tutela la salute di tutti».
A raccontare i contenuti dell’iniziativa è Silvio Aimetti, tra i fondatori: «È un’idea completamente estranea ad ogni parte politica – spiega il sindaco di Comerio -. Si tratta di un lavoro iniziato qualche mese fa che si pone come unico obiettivo quello di salvare delle vite con un gesto concreto: una nave italiana che va a soccorrere le persone nel mar mediterraneo, dove oggi le navi che possono prestare aiuto sono pochissime e la gente muore».
L’iniziativa, che punta ad arrivare al mare, si muoverà per ora via terra con la prima fase di raccolta fondi: «Si tratterà di raccontare e spiegare il progetto che potrà nascere solo se ci sarà l’aiuto delle persone che vorranno sostenerlo».
Allo scopo è stato lanciato anche un sito internet che raccoglie le donazioni: www.resq.it.
«Saremo gli ultimi arrivati – afferma Luciano Scalettari, presidente operativo della onlus anche lui presente a Varese – per questo siamo in contatto con i “cugini” di Mediterranea e con le altre navi già impegnate in mare, prima di tutto per imparare. Perché una nave in più? Perché crediamo che ci sia bisogno di 10, 100 navi in più a presiedere quel tratto di mare, dove troppo spesso gli sos cadono nel vuoto».
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Nobile idea, peccato però che non sia una soluzione, qui andiamo a fondo noi, troppa poca gente che lavora e troppa gente da mantenere, poi voi ne portate altri in abbondanza, salvandoli certo nobile cosa, ma ho la netta sensazione che stiamo per essere sopraffatti dalle troppe bocche da sfamare, non ultime le italiane bocche che pare siano abbastanza trascurate, ciò nonostante non permetterei mai a nessuno di finire in fondo al mare, lo salverei certamente.
Quindi ok vi darò qualcosa, però qui di vuole lavoro per tutti o la prossima barca che affonda è l’Italia, troppi passeggeri non paganti e non lavoranti. Vedremo con i primi disordini sociali quali possono essere le soluzioni, la prima dovrebbe essere non arrivare ai disordini, ma credo arriveremo a questo punto e anche oltre.
La gente che arriva non deve essere discriminata deve avere casa e lavoro, per non finire in mano alla criminalità, altrimenti non sarebbe meglio creare un mondo migliore in cui non ci sia bisogno di fare i migranti?
Certo che queste cose non si ottengono vendendo armi all’Arabia Saudita che ci bombarda indiscriminatamente anche i bambini in Yemen. Oppure aiutando stati che foraggiano alla grande il terrorismo (ma passano per alleati). Mi pare un discorso complesso di cui si è perso il filo. Quindi nessun rimedio in vista, se non i disastri di una immigrazione indiscriminata, una mancanza di lavoro disarmante, la soluzione fosse solo portarli a riva!
Ma poi portati a riva ci pensate voi a dargli lavoro e casa, o lo farà la criminalità? Molti non hanno nulla da perdere e nessun freno morale.
Dato che nessuno ha il coraggio di idee impopolari ma si parla solo di dare un futuro che non si può più dare nemmeno agli italiani, intravedo disastri all’orizzonte. Ma sarò felice di essere smentito.
Posso da elettore di sinistra sfatare un falso-mito dicendo che questa non-gestione delle rotte migratorie è arrivata al capolinea? Non occorre votare Salvini o collezionare nella propria casa cimeli fascisti per ammettere che la gestione dei migranti Italia oltre che essere senza una visione programmatica o assolutamente ingestibile nel lungo periodo praticamente è discriminatoria nei confronti dei suoi cittadini. Come potremo affrontare il futuro se continuiamo ad importare gente che nella migliore della ipotesi finiscono per allearsi alla criminalità organizzata altresì morirebbero di fame?
Quale visione ha lo Stato italiano per tutelare i suoi cittadini, per difendere i confini di una nazione Sovrana, per evitare che alla fine non si faccia altro che importare solamente nuovo degrado e nuova delinquenza.
Come possiamo andare avanti con questo caos organizzativo quando fatichiamo noi stessi, nella nostra nazione ad attuare manovre riformistiche serie e radicali.
La gestione immigratoria mi sembra sia stata sempre affrontata in modo poco razionale e molto emotivo da campagna elettorale. Dal chiudiamo tutti i porti (ma gli sbarchi comunque continuavano) siamo arrivati a stipare i C.A.R.A. (Centro Accoglienza Richiedenti Asilo) fino a che ovviamente qualcuno non decide di evadere vagando per il paese nel migliore dei casi spacciando o facendo accattonaggio.
Questa è la immigrazione che l’Italia vuole avere per crescere? Negli Stati Uniti importano lavoratori specializzati e laureati, noi cosa stiamo importando? Spacciatori e mezzi-delinquenti? Sicuramente non possiamo fare di tutta l’erba un fascio ma se a tutte queste persone non saremo in grado di garantire un futuro sicuramente molti di loro ripiegheranno verso la criminalità organizzata.
Allora la domanda che ne consegue è molto semplice: di quanti spacciatori ha bisogno l’Italia? Ve lo sta chiednedo uno di sinistra…oppure vogliamo per una volta cambiare rotta e difendere i propri confini senza tirare fuori parole come razzismo o discriminazione. La vera discriminazione la state facendo verso chi ancora ha un lavoro e si vede costretto ad essere tassato in modo criminale da parte di uno Stato che non ha un minimo di tentennamento a pagare la Libia, i centri per i rifugiati e le varie Onlus per garantire la sostenibilità di un business migratorio che evidentemente fa comodo a qualcuno. Nel frattempo chi non lavora ottiene il reddito di cittadinanza….spese su spese …uscite che si sommano ad altre uscite…
Quanto potete pensare che possiamo andare avanti con questo regime di spesa? E quanto potete pensare che l’Italia produttiva possa accettare questo sperpero di denaro prima che presa da un rigurgito non si ribelli veramente?
Una volta la sinistra quella vera e quella in cui mi sono sempre identificato pensava all’operario e alle sue lotte per garantirgli un lavoro e una dignità.
Ora nell’aurea radical-chic da benpensanti con il portafoglio pieno sti sta veramente perdendo il senso di essere cittadino italiano….una scusante per essere spremuto come un limone.
E ribadisco…ve lo sta dicendo uno di sinistra….
Mi permetto di fare una sola precisazione riguardo i commenti intorno alla proposta di comperare una nave che serva a salvare vite nel mediterraneo.Il problema o meglio l’obiettivo che questa iniziativa si pone riguarda la SALVEZZA di vite umane, non entra e non tratta il problema dell’accoglienza. Ritiene umano e irrinunciabile salvare: questo è un obiettivo etico, organizzare l’accoglienza è un problema politico e non posso non portare a riva delle persone perché non sono capace di accoglierle: prima le salvo e poi, dato che il problema dura da decenni, dovrei già aver acquisito la capacità di disporre di una corretta accoglienza. È su questa urgenza che devono essere messe alla prova le capacità dei governi e la collaborazione della società civile, ma la salvezza di una vita deve rimanere il primo irrinunciabile obiettivo. Sull’accoglienza lei dice cose interessanti su cui discutere ma sul salvare non esiste nessuna esitazione.