La trattativa per Scola, nata davanti a un caffè. E per la panchina è pronto “un altro” Morse
Andrea Conti rivela qualche retroscena dell'operazione che ha portato a Varese l'argentino: «Ci ha fatto capire che cercava un club con una storia alle spalle». Mercato: vicino Anthony Morse, 26enne ex Mantova e Imola
Potrebbe essere un giocatore dal cognome evocativo, Morse, il pivot che coprirà le spalle a Luis Scola quando il fuoriclasse argentino della Openjobmetis tornerà in panchina a rifiatare, vista la non più verde età di 40 anni. La Pallacanestro Varese è infatti sulle tracce – l’accordo pare vicino – di Anthony Morse, anni 26, americano della Georgia che proviene da due interessanti stagioni in A2, prima a Mantova e poi a Imola.
Morse – che non ha legami di parentela con Bob, il mitico tiratore della Grande Ignis – è un pivot di 2,06, alto ma relativamente leggero e dotato di un buon atletismo e potrebbe così integrarsi con Scola che ha caratteristiche tecniche differenti; i due poi potrebbero anche convivere in quintetto per qualche minuto se el General dovesse essere schierato da ala forte, quello che era il suo ruolo orginario. Il lungo di classe ’94 tra l’altro ha già delle aderenze con la provincia di Varese: è spostato con una ragazza di Marnate e potrebbe, per questo, ricevere il nostro passaporto (che però non dà diritto a giocare in quota italiani).
Che Morse sia vicino, lo conferma anche Andrea Conti: «Ci interessa sia per le sue qualità fisiche sia perché in A2 ha già dimostrato buoni numeri: a Mantova concluse la stagione con oltre 10 rimbalzi di media mentre l’anno scorso ha terminato il torneo con 18 punti e oltre 7 rimbalzi di media. Poi ha alle spalle una stagione in Bundesliga, da giovanissimo, al Braunschweig, quindi vanta anche un po’ di esperienza in un torneo di livello. L’importante è che chiunque arrivi, capisca di essere alle spalle di un giocatore come Scola e si metta a disposizione di conseguenza».
Gira e rigira, il nome di Scola torna sempre di attualità come è ovvio che sia, e catalizzerà anche la prima fase di una campagna abbonamenti che riguarderà solo una “fetta” di mille persone in attesa di capire come ci si potrà muovere riguardo alle disposizioni sanitarie. Tornando all’argentino, è di nuovo Conti a spiegare qualche retroscena della trattativa, nata un mesetto fa: «Nel momento in cui il suo agente ha fatto capire che c’era la possibilità che Luis proseguisse l’attività in Italia, lo abbiamo chiamato immediatamente: lui è stato subito disponibile a un colloquio che si è svolto a City Life, a Milano, davanti a un normalissimo caffè preso al tavolino del bar. Questo per far capire quale sia stata la sua disponibilità, senza vezzi o atteggiamenti da superstar».
A dare ulteriore speranza a Varese c’è stato anche un altro fatto: «Parlando con Scola, lui ci ha fatto percepire la volontà di puntare a una società che avesse alle spalle un certo blasone, una storia importante e una realtà solida alle spalle. E la storia, a Varese, non manca di certo. A quel punto abbiamo ulteriormente capito che c’erano margini per concludere l’ingaggio nonostante nel frattempo si fosse creata un po’ di concorrenza da parte di altri club (Trieste e Reggio Emilia ndr)». La triangolazione tra la Pallacanestro Varese e i due agenti del giocatore (italiano e spagnolo) hanno fatto il resto mentre l’Olimpia Milano – dove Scola ha giocato nell’ultima stagione – non è stata coinvolta direttamente nell’operazione. Secondo fonti consultate da VareseNews, una buona parola è arrivata anche da Gaby Fernandez, il lungo argentino ed ex biancorosso che con Scola ha vinto le Olimpiadi. Ed eccoci a ieri, quando finalmente la firma del capitano dell’Albiceleste è diventata realtà.
Scola, il “colpo” che può spingere Varese in una nuova dimensione
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