Reticente nel processo contro la ‘ndrangheta, indagato un altro consigliere di Fratelli d’Italia a Ferno
La sua testimonianza è stata giudicata fallace dal pubblico ministero Alessandra Cerreti durante un'udienza del troncone di processo contro la 'ndrangheta di Lonate/Ferno in corso a Busto Arsizio
Non c’è pace per la giunta di Ferno finita un anno fa nel vortice dell’operazione contro la locale di ‘ndrangheta di Lonate-Legnano. Il consigliere comunale Alessandro Pozzi, fino a questo punto considerato “solo” vittima di una tentata estorsione, finisce indagato per falsa testimonianza dopo essere stato sentito come testimone durante il processo Krimisa bis che si sta svolgendo a Busto Arsizio. Nuovo colpo alla giunta del sindaco Gesualdi dopo l’arresto dell’altro consigliere di Fratelli d’Italia Enzo Misiano (considerato l’autista del boss Giuseppe Spagnolo) nell’ambito dell’operazione Krimisa di un anno fa.
Secondo il pm Alessandra Cerreti la testimonianza resa da Pozzi (e raccontata oggi dal Corriere della Sera) sarebbe stata falsata e così anche quella di alcuni testi che sono sfilati in queste settimane davanti al collegio giudicante presieduto dal giudice Rossella Ferrazzi. Pozzi era finito nell’inchiesta per aver chiesto aiuto al collega di partito e consigliere Enzo Misiano per mettere un freno alle richieste estorsive di alcuni componenti della famiglia De Novara, dei quali molti sono finiti agli arresti nella stessa operazione, finalizzate prima a far assumere e poi a “risarcire” per la mancata assunzione nell’impresa di cui è socio di un componente della famiglia non disabile.
Alessandro Pozzi, consigliere comunale in quota Fratelli d’Italia a Ferno, viene avvicinato da Cristoforo e Antonio De Novara i quali, venuto a sapere che la ditta che gestisce col fratello ha assunto un disabile, cominciano a fare pressioni perchè venisse assunto un loro parente (Antonio De Novara, detto il drogato o totonno) che disabile non è. Pozzi interessa del caso l’amico e compagno di partito (Fratelli d’Italia) Enzo Misiano il quale, insieme allo stesso Pozzi, parla con il pluripregiudicato Mario Filippelli perchè interceda coi De Novara. Cosa che avviene e appiana la situazione che stava diventando problematica per i Pozzi. In cambio Misiano promette a Filippelli la gestione di un centro sportivo in paese.
La vicenda è tutta raccontata nelle pagine dell’ordinanza ma, evidentemente, Pozzi non ha fornito tutti gli elementi della vicenda. Paura? Connivenza? Non è possibile dirlo al momento anche perchè sono una ventina i testi per i quali il pm ha chiesto l’invio degli atti alla Procura della Repubblica. L’accusa, secondo il pm, è sempre quella di falsa testimonianza. Certamente il clima tra Ferno e Lonate Pozzolo non è cambiato molto nonostante i numerosi arresti di questi anni.
LA REPLICA DI ALESSANDRO POZZI
Processo Krimisa, la difesa di Alessandro Pozzi: “In aula ho detto la verità. Non sono indagato”
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