I soldi sono finiti: 10mila lavoratori artigiani senza cassa integrazione

I sindacati confederali sono stati ricevuti dal prefetto Dario Caputo. "Gli stanziamenti al fondo artigiano non sono sufficienti e arrivano in ritardo, la procedura è troppo farraginosa"

Generico 2018

A tutt’oggi sono circa diecimila i lavoratori artigiani ancora in attesa della cassa integrazione da parte del Fsba, il Fondo si solidarietà bilaterale per l’artigianato, istituito dalle parti sociali nel 2012 durante l’ultima grande crisi. Tra lungaggini e intoppi burocratici i lavoratori hanno ricevuto la cassa integrazione in ritardo e solo fino a maggio, all’appello mancano ancora i mesi di giugno e luglio con agosto e le vacanze alle porte. (nella foto da sinistra: Roberto Pagano, Stefania Filetti, il prefetto Dario Caputo e Antonio Massafra)

Le casse del fondo attualmente sono vuote per la grande richiesta e attendono di essere rimpinguate in esecuzione del decreto Rilancio emanato dal Governo Conte durante il periodo di lockdown. L’esecutivo ha infatti stanziato risorse aggiuntive a quelle del fondo per una cifra pari a 765milioni di euro divisi in tre diverse tranche, di cui l’ultima di 450 milioni è stata trasferita al fondo di solidarietà pochi giorni fa.

Una situazione arrivata al limite che ha indotto le segreterie provinciali di Cgil, Cil e Uil a chiedere un incontro al Prefetto Dario Caputo  per cercare di far arrivare una voce al Governo. «Siamo molto preoccupati – dice Stefania Filetti segretario della Cgil – perché i fondi arrivano con ritardi inaccettabili, la procedura è troppo farraginosa e gli stanziamenti non sono sufficienti a coprire il fabbisogno».

Tra i settori più interessati nel Varesotto ci sono quello meccanico e della gomma plastica,  storici distretti del territorio. La situazione complessiva lombarda non è certamente migliore: al 2 maggio le domande protocollate di cassa integrazione per il Covid erano 41.964 e hanno interessato in totale 127.735 lavoratori, di cui 7.404 in provincia di Varese.

«Fino ad ora – aggiunge Antonio Massafra segretario della Uil – è stato speso oltre un miliardo di euro. In Italia 727mila lavoratori del comparto artigiano non hanno ancora visto la cassa di giugno e luglio. Questa situazione, se si protrarrà fino all’autunno, aggiungendosi alle altre rischia di diventare una bomba sociale dagli effetti inimmaginabili. Se ci sono i soldi del Mes o del Recovery Fund vanno usati il più presto possibile».

I sindacati chiedono l’allungamento della cassa integrazione e una proroga del blocco licenziamenti fino alla fine dell’anno. «Questa fase ha rivelato la debolezza del sistema – sottolinea Roberto Pagano della Cisl dei Laghi -. Oggi noi chiediamo tempi certi e abbattimento della burocrazia nell’erogazione della cassa integrazione. Questi lavoratori sono tra i più fragili e appartengono a settori che sono l’asse portante dell’economia varesina».

Secondo il sindacato, i numeri dimostrerebbero che l’anticipazione bancaria, in questa fase, non avrebbe funzionato. Tranciante, sull’argomento, Stefania Filetti: «A parole le banche hanno detto che avrebbero fatto l’anticipo della cassa integrazione, nei fatti sono poche ad averlo fatto e con tanta difficoltà».

Il Prefetto ha invitato i sindacati ad approfondire la questione relativa alle lentezze burocratiche per poi riferire a Roma nella speranza di ottenere una maggiore velocizzazione dell’erogazione.

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 24 Luglio 2020
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