“Sporting Club Gigi Riva”, il campione di Leggiuno dà il nome ad una squadra africana
A Parakou, in Benin, c'è una squadra che porta il nome di Rombo di Tuono. Tutto grazie ad un medico sardo con tifoso del Cagliari, a chi ha donato le maglie e a chi ha fatto da tramite. Riva: "non mi tiro indietro se c'è da dare una mano"

Metti l’amore per l’Africa, la passione per un campionissimo del nostro calcio come Gigi Riva, una missione in Benin e un po’ di ragazzini appassionati di pallone.
Mischia gli ingredienti ed ecco che ne esce l’esperienza raccontata dal Corriere della Sera, ripresa da vari siti pugliesi che negli anni hanno raccontato i progetti di Agostino Trombetta, sardo di origine, medico he lavora al Pronto Soccorso dell’ospedale Padre Pio a San Giovanni Rotondo.
Da anni Trombetta collabora con l’iniziativa di Missione Africa Onlus nata per aiutare i bambini più sfortunati a costruirsi un futuro migliore. Per farlo il medico, tifosissimo del Cagliari, ha portato il nome di Gigi Riva nel Continente Nero, più precisamente nel Benin. È nata così una società di calcio dedicata a Rombo di Tuono: lo Sporting Club de Parakou “Gigi Riva”, che è diventata la squadra di Parakou, una città di 170 mila abitanti.
I giocatori indossano proprio la maglia rossoblù, riproduzione fedele di quella originale indossata dai campioni dello scudetto del 1970. Le maglie le ha donate a Trombetta un infermiere sassarese, Sandro Nuvoli, che le aveva a disposizione:
“Ho 60 anni ed ho vissuto l’epoca di Gigi Riva – ha dichiarato Trombetta ad un giornale online foggiano – In quel periodo nacque il mio amore per il Cagliari, di cui sono tifosissimo: quando posso, vengo a vedere le partite in Curva Sud”.
A fare da tramite tra il medico sardo, l’infermiere sardo e il campionissimo nato a Leggiuno c’è Chaddad, come racconta il Corriere della Sera:
«Sono arrivato grazie ad Alpidio Balbo, del Gruppo Missionario di Merano. Mi ero fatto male giocando a calcio in Benin e rischiavo l’amputazione della gamba. Lui si impegnò per farmi curare in Italia e mi fece ospitare da sua figlia Emanuela». Chaddad non completa il liceo e decide di rientrare nel suo Paese per rendersi utile lì. Fa l’imprenditore, costruisce strade e case, però gli resta il desiderio di aiutare i ragazzini. Il calcio, sua antica passione, diventa il mezzo giusto.
Rombo di Tuono, presidente onorario del Cagliari che quest’anno compie 100 anni, è venuto a conoscenza di questa storia e non si tira indietro, come racconta ancora il Corriere della Sera:
«Sono orgoglioso, è una cosa bella. Fanno sacrifici veri, immagina cosa significa giocare senza scarpe, io l’ho fatto da bambino dopo la guerra, in un’Italia distrutta. Mi sento vicino a questi giovani calciatori, vorrei abbracciarli tutti e se avranno bisogno di qualcosa vedrò come darmi da fare. Io faccio il tifo per loro».
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