In vacanza con i bambini al tempo del coronavirus: niente panico
Al mare, in montagna o in città: vacanze rilassanti, consapevoli dei rischi ma non terrorizzati, al mare, in montagna o in città. Giocando a piccoli gruppi. I consigli dei pediatri
Quando la scelta di un adulto ha ripercussioni sul figlio automaticamente diventa più pesante e complicata. Persino se si tratta di scegliere la meta delle vacanze. Funziona così e l’incognita coronavirus quest’anno potrebbe peggiorare le cose. Ma le vacanze servono soprattutto a rilassarsi e a recuperare energie, sia per gli adulti sia per i bambini.
A tranquillizzare gli animi e fare un po’ di chiarezza intervengono invece le buone regole per l’estate diffuse dalla Società italiana di pediatria che tiene conto dei dati scientifici della pandemia e anche dei bisogni psicologici dei bambini che devono poter vivere in sicurezza la loro socialità e poter contare su adulti consapevoli, il più possibile sereni e responsabili.
A CASA, AL MARE O IN MONTAGNA?
Che si resti in città, ci si conceda qualche tuffo al mare o al lago o si preferiscano le passeggiate in montagna poco cambia. Quel che conta è giocare all’aria aperta. “Stare all’aperto, con un clima caldo, secco, rende anche più difficile la trasmissione di goccioline di saliva rispetto a quando si sta in ambienti chiusi in cui c’è più umidità, come accade di solito in autunno o in inverno” ricordano i pediatri.
A partire dal 15 luglio anche in Lombardia, come nel resto d’Italia, si potrà stare all’aperto senza mascherina.
MASCHERINE
A meno che non si scelga di spostarsi in auto con la propria famiglia, sui mezzi di trasporto quali treni, autobus, navi e aerei, che sono mezzi chiusi e dove non sempre è possibile mantenere la distanza di un metro, sarà necessario indossare delle mascherine. Anche per i bambini che hanno già compiuto i sei anni, a meno che non abbiano difficoltà peculiari incompatibili con l’uso del dispositivo.
PICCOLI GRUPPI
In generale, più che la meta dei giorni di vacanza, vale la pena seguire la regola dei piccoli gruppi. Giocare con lo stesso gruppo di amichetti garantisce minori rischi di contagio da un lato, maggiore facilità nel risalire all’origine dell’eventuale contagio dall’altro. Tutto questo consapevoli del fatto che per fortuna i bambini sono poco contagiati dal coronavirus e ancor meno contagiosi. Ma hanno sofferto molto il lock down. A questo proposito Rino Agostiniani, vicepresidente Sip, «prescrive» ai genitori ragionevolezza: «Oltre al rischio infettivo va considerato quello pedagogico-educativo. Non direi mai a un bimbo di non toccare i giochi degli altri per timore ne sia contagiato».
CONSAPEVOLI, NON TERRORIZZATI
Bambini e ragazzi devono essere consapevoli di quel che succede. La situazione che stiamo vivendo ci accompagnerà per molti mesi, anche durante il rientro a scuola e il futuro inverno. E’ dunque utile che i genitori infondano consapevolezza e diano messaggi chiari ai figli, senza che questi siano terroristici.
IGIENE
Lavarsi spesso le mani è un presidio igienico sempre valido, non solo in questa particolare fase. anche in vacanza quindi prestare attenzione all’igiene delle mani, soprattutto quando si sono toccate più cose.
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