44 euro di multa per aver superato la linea
Il motociclista si è visto recapitare la multa a casa per aver superato la linea bianca dello stop al semaforo di via Staurenghi a Varese: "Mezzucci per fare cassa e punti tolti sulla patente"
Pubblichiamo lo sfogo di Ferdinando Mattei, cittadino di Varese, per aver preso una multa nonostante si fosse fermato al semaforo di via Staurenghi
Gentile direttore,
Eccomi nell’atto in cui commetto un pericoloso atto di pirateria stradale al semaforo tra via Sacco e Staurenghi.
Sono fermo al rosso col freno tirato senza invadere l’incrocio come specificato nel verbale o le strisce pedonali.
Non discuto la regola ma il metodo di incassare 44 eurini che a me non cambiano la vita ma forse a qualcun altro si.
Caro Signor Sindaco Davide Galimberti che misero modo di far cassa verrebbe da dire.
Ma quello che più offende sono due punti in meno sulla patente; perchè? Ah già il codice stradale.
A proposito sa che c’è tanta gente che guida col cellulare in mano e non viene mai sanzionata, basta fermarsi a guardare per credere. E che dire delle decine di ciclisti che passano col rosso?
Con delle istituzioni così “vicine” alla cittadinanza val la pena di far mente locale alla prossima tornata elettorale.
Cordialmente.
Ferdinando Mattei – Varese
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Forse i motociclisti sono esonerati dal rispettare la linea bianca? Dobbiamo anche leggere le lamentele di chi, colpito nel proprio errore, evidenzia gli errori commessi da altri? Un comportamento davvero esemplare!
Qui la giunta non c’entra nulla. Capisco l’irritazione dell’utente della strada ma il CdS e la legge parlano chiaro.
E’ triste che di ogni cosa se ne fa un colore e una tifoseria politica.
Ma anche se si oltrepassa di mezzo centimetro la linea d’arresto al semaforo, quando è rosso, si viene multati? Secondo la Cassazione, sì: ai fini della sanzione, la “invisa” striscia è determinante e il suo superamento, anche minimo, fa scattare il verbale. E a nulla importa la direzione del conducente.
Così sancendo, la Suprema Corte, con una recente ordinanza, la n. 9276/2018, ha rigettato il ricorso di un automobilista contro la sentenza del tribunale di Como, che a sua volta aveva confermato la decisione del giudice di pace di rigetto dell’opposizione contro l’ingiunzione emessa nei suoi confronti “per violazione dell’art. 41 comma 11 e 146 cds per avere attraversato l’incrocio con semaforo proiettante luce rossa“.
L’uomo si era appellato alla Cassazione lamentando, tra l’altro, la violazione dell’art. 41 comma 3 del Codice della Strada in relazione all’art. 360 comma 1 n. 3 cpc, atteso che il giudice di appello aveva “vistosamente ignorato e violato la predetta disposizione tanto da non riuscire neppure a menzionarla in motivazione“, nonché la circostanza che “le segnalazioni del semaforo non vietavano la marcia in senso rettilineo ma solo la prosecuzione della direzione indicata dalla freccia (vale a dire la svolta a sinistra)”.
Per gli Ermellini, tuttavia, il ricorso è infondato. Quanto al primo punto, scrive la Cassazione, l’art. 41 comma 11 CDS prescrive testualmente “che durante il periodo di accensione della luce rossa, i veicoli non devono superare la striscia di arresto“, per cui il legislatore considera in infrazione il veicolo che oltrepassa tale limite e il tribunale ha dato peso all’avvenuto “superamento della linea di arresto”, a nulla rilevando la mancanza di un formale richiamo al relativo articolo di legge. Inoltre, per quanto concerne il secondo motivo, affermano i giudici, l’art. 141 CDS al comma 3 prevede la sanzione amministrativa per “il conducente del veicolo che prosegue la marcia, nonostante che le segnalazioni del semaforo o dell’agente del traffico vietino la marcia stessa“. Nel caso in esame, il problema era il superamento della linea di arresto e non certo la direzione successivamente imboccata dal conducente. Non regge, secondo i giudici, neanche la denuncia dell’omesso esame della circostanza che la segnaletica orizzontale fosse invisibile e che, a detta del ricorrente, l’avrebbe indotto ad incolonnarsi nella corsia di svolta a sinistra. Per la Suprema Corte, infatti, i fatti decisivi sono l’esistenza di un semaforo rosso e la corrispondente linea di arresto non rispettata, ed entrambi “sono adeguatamente stati esaminati dal giudice di appello e le conclusioni a cui è pervenuto non sono qui censurabili, anche se non gradite al ricorrente“.
Aveva una ruota sulla linea, quindi non e gol !
Capisco il signore, ho preso anch’io la multa nelle stesso punto. Ma semplicemente per il fatto che la strada è stretta, sono arrivato al semaforo che era ancora arancione e all’improvviso è scattato il rosso e per sbaglio ho superato la linea bianca con la ruota davanti. Solo che non potevo tornare indietro perché avevo un auto attaccata al sedere. Alla fine ho preso la multa
Il giudice non ha ragione, è come a calcio, la sua moto ha una ruota sulla linea di arresto , quindi non ha torto e non è gol ! La multa puo essere annullata!
Ma che state dicendo….la linea è stata superata. E’ quella la discriminante.