Dobbiamo imparare a collaborare con i robot
Mattia Caon a soli 21 anni ha fondato un'azienda specializzata nella verniciatura di tacchi e suole di scarpe per l'alta moda. «Il 4.0 è la nuova frontiera del lavoro: rende più efficiente la produzione e il dialogo fra aziende»
Villa Cortese Finishing srl è una azienda giovanissima. È stata infatti costituita nel settembre del 2018 ed è diventata operativa nel gennaio dell’anno successivo. È il frutto della collaborazione di due società distinte: Carrozzeria Caon srl e Cerialvilla srl.
Questa azienda si inserisce nella filiera della produzione di calzature d’alta moda, fornendo un servizio di finitura superficiale di oggetti come tacco e suola di scarpe.
La sua specializzazione è la laccatura, cioè la verniciatura con colori ed effetti variegati a seconda delle richieste del cliente finale che viene realizzata in una cabina pressurizzata e a temperatura controllata, con essiccazione in forni statici aspiratori.
Una lavorazione totalmente 4.0 molto apprezzata da brand importanti come Gucci, Louboutin, Malone Souliers, Chanel, Manolo Blanhik e Alexander McQueen.
Il ventunenne Mattia Caon, socio-lavoratore dell’azienda, é il responsabile della produzione, dell’acquisto delle materie prime e della spedizione dei semilavorati, programmatore di robot e verniciatore. Dopo aver frequentato il liceo scientifico, ha iniziato a lavorare nella carrozzeria di famiglia, portando avanti contemporaneamente il suo progetto di verniciatura nel settore calzature. Intuita l’opportunità lavorativa, come spesso accade nelle famiglie imprenditoriali italiane, il giovane Mattia non si è lasciato sfuggire l’occasione offerta dalle nuove tecnologie, facendo emergere l’animo di imprenditore che sempre più contraddistingue la generazione dei nativi digitali. Ha dunque pianificato una conversione totale al 4.0 accollandosi la responsabilità della gestione della nuova azienda. Ha investito in formazione, frequentato corsi sull’utilizzo di software specifici per programmare e configurare i robot nei movimenti delle singole lavorazioni. Così facendo ha portato la produzione da 40 a 58 pezzi all’ora, eliminando sprechi di tempo ed errori. (Foto di Gerd Altmann da Pixabay )
Caon, la sua azienda è già proiettata in una dimensione digitale. Come immagina il lavoro del futuro?
«Dalla sua nascita, in breve tempo la ditta ha subito una trasformazione tecnologica di prima qualità per essere capace di dialogare con più successo con le aziende per cui lavora e per riuscire a velocizzare i processi produttivi con uno sforzo minore di personale, sempre soggetto al repentino variare del mercato. La verniciatura dei pezzi da rifinire inizialmente avveniva tramite un processo manuale completamente scorporato dalla struttura di aspirazione della vernice in cui era inserita, mentre a due mesi dalla sua creazione, il processo si è evoluto in una produzione robotizzata dei tacchi, in cui il robot di verniciatura è in grado di dialogare con la cabina di verniciatura pressurizzata e fornisce in tempo reale dati utili alla corretta realizzazione della finitura. Il robot monitora costantemente il flusso di aria e vernice che fuoriescono dalla pistola, indicando alla cabina quando è necessario aumentare o diminuire il potere di aspirazione; di contro la cabina stessa è dotata di sensori nei filtri che indicano il loro stato di conservazione e le ore mancanti alla sua manutenzione. Con i filtri intasati non è possibile verniciare, perché la cabina analizza un rimbalzo di fumo di vernice che riempirebbe la zona di verniciatura di solventi chiaramente tossici, saturandola. Questo dialogo, inoltre è visibile anche da remoto tramite interconnessioni che permettono alle aziende satellite della Villa Cortese Finishing di sapere a che stato è la produzione di un particolare tipo di oggetto. In breve tempo quindi, Cerialvilla e Carrozzeria Caon, che hanno il compito di avere contatti con i clienti finali e di provvedere alla produzione dei particolari da verniciare possono reperire tutte le informazioni necessarie per la consegna: a che ora è iniziata la verniciatura di un articolo, su che ritmi sta procedendo, con quale consumo di materiale si sta portando avanti e quanta energia si sta consumando, quando avverrà la manutenzione degli impianti e qual è la data ipotetica di consegna. L’accesso remoto è possibile anche e soprattutto per i fornitori degli stessi sistemi di produzione, che in caso di guasti o problemi tecnici, sono in grado di fornire un report e soluzioni direttamente dalla loro sede produttiva. Penso che l’introduzione del sistema 4.0 è la nuova frontiera del lavoro del futuro poiché rende più efficiente la produzione e il dialogo fra aziende, soprattutto nella nostra realtà che unisce una filiera di produzioni che consiste in prototipazione, creazione degli stampi, stampa dei tacchi e finitura superficiale, in cui tutti questi processi devono essere ottimizzati e incastrati perfettamente fra loro per poter offrire un servizio a clienti di prestigio.
Questo processo sacrifica delle figure professionali?
«Senza dubbio elimina delle figure lavorative che erano predisposte alla comunicazione dei dati raccolti, ma permette ai lavoratori di gestire delle produzioni in maniera precisa, di risolvere guasti in maniera puntuale e veloce e di eliminare o limitare sprechi di materie prime o energia, con un impatto non indifferente sull’ambiente: basti pensare che ad oggi riusciamo a risparmiare il 30% di energia elettrica e il 20% di vernice e solventi, in un periodo in cui la sostenibilità ambientale è un fattore ormai impossibile da trascurare e che, anzi, va messo come priorità. Inoltre si crea una capacità lavorativa combinata, le macchine senza operai non lavorano, ma per lavorare in modo preciso, i lavoratori hanno bisogno di creare un dialogo virtuale con la macchina.
Quali sono quindi i vantaggi aziendali di questa visione digitalizzata e robotizzata del lavoro oltre alla sostenibilità?
«Il beneficio aziendale è assoluto in termini di costi di produzione, sprechi di materiali e gestione dei processi. Io, come responsabile, su una Raspberry (scheda elettronica di dimensioni molto contenute, ndr) sono in grado di avere un quadro completo della produzione anche lontano dall’azienda e sono in grado di risolvere qualsiasi problema da remoto, monitorare la situazione e avere un report sui materiali da acquistare e sulle spedizioni in coda».
Pensa che questa modalità possa giovare anche a livello generale su altre aziende non del settore?
«Senza dubbio la rivoluzione tecnologica del 4.0 è una rivoluzione che tutte le aziende che usano dei macchinari computerizzati, in cui vengano scaricati dati o che possono avere guasti tecnici devono considerare come soluzione perché migliora le nostre capacità di investimento come imprenditori, migliora il dialogo e il processo di reperimento delle materie prime. Esistono realtà in cui la 4.0 è un tipo di industria sicuramente inutile, per cui basta un software gestionale adatto, ma penso che per tutte le aziende che hanno bisogno di far lavorare i macchinari a pieno regime, sarà la scelta del futuro.
Come sarà l’imprenditore del futuro e quali economie svilupperanno le aziende con l’avvento del 4.0?
«L’ imprenditore del prossimo futuro avrà più capacità di investimento con la 4.0 e si formerà un nuovo tipo di lavoratore, che è quello in grado di abbinare il lavoro manuale all’aiuto e al sostegno digitale, creando un substrato produttivo totalmente differente. Per le aziende si eviteranno sprechi di tempo, materiali e conseguenti perdite di guadagni, con entrate che potranno essere reinvestite nella formazione degli operai e nell’inserimento di sempre nuove tecnologie produttive che richiederanno a loro volta nuove figure specializzate da formare, magari proprio formando quei lavoratori le cui mansioni sono ormai obsolete. In termini assoluti ci sarà un aumento dei posti di lavoro per chi saprà cogliere l’occasione di specializzarsi, mettersi in gioco o reinventarsi».
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