“Niente riposi e continue reperibilità in ospedale”. La Cgil chiede un fondo urgente per le assunzioni
L'annuncio dello stanziamento del terzo lotto al Del Ponte rimette al centro del sindacato il tema della carenza del personale
«Abbiamo appreso dagli organi di informazione dell’arrivo, da Regione Lombardia, di oltre 17 milioni di euro per finanziare il terzo lotto dell’Ospedale del Ponte di Varese. Una notizia positiva, dato che le nuove risorse consentiranno di completare questo progetto dedicato alla donna e al bambino e utile anche per i lavoratori, che finalmente vedranno sistemati gli spogliatoi che da anni versavano in condizioni vergognose. Non è però solo la struttura ad avere bisogno di nuove risorse». Così Gianna Moretto – Segretaria Generale FP CGIL Varese commenta la notizia dello stanziamento per il terzo lotto dell’ospedale di Giubiano
«Negli ultimi mesi il malessere dei lavoratori è legittimamente aumentato: dopo il periodo durissimo del covid, dopo aver dato disponibilità e flessibilità, dopo i tanti proclami di assunzioni e riconoscimenti economici a tutti i livelli e ,in primo luogo, dopo aver messo a rischio la propria salute e quella delle proprie famiglie, questi stessi lavoratori, stremati, constatano che ben poco è stato realizzato….
Nel mese di agosto, ad esempio, si aspettavano di poter fare le ferie senza sentirsi in colpa rispetto ai colleghi. La situazione reale è ben diversa: a chi lavora vengono continuamente richiesti numerosi salti riposi e turni di reperibilità. Il motivo, tanto semplice quanto disarmante, è la mancata assunzione di personale in numero adeguato. Una mancanza che a tutt’oggi non consente un ritorno ad una turnazione ordinaria, un sistema di lavoro che permetterebbe l’erogazione ottimale dei servizi necessari all’utenza e consentirebbe finalmente alle lavoratrici ed ai lavoratori di “tirare il fiato”.
Citiamo un altro esempio: per contrastare il diffondersi della pandemia da covid si è dovuto procedere alla separazione degli spazi con conseguente impiego di più personale, sottratto così ad altre funzioni. Crediamo che ora sia però necessario procedere in maniera differente garantendo – attraverso la creazione urgente di un fondo straordinario per le assunzioni – l’arrivo in tempi congrui di risorse dedicate alla copertura del servizio di check point, così da poter ricollocare il personale sanitario nelle unità operative e nei servizi ambulatoriali di competenza.
Non possiamo ignorare come un ospedale – qualsiasi ospedale – viva grazie alle tante lavoratrici e ai tanti lavoratori che prestano la loro opera nelle corsie e nei servizi. Dal nostro osservatorio, almeno metà dei problemi della sanità pubblica deriva da un mancato investimento sul personale e dalla miopia con cui si affronta il turn over dello stesso, più dettato dalla logica del risparmio che da quella del reale bisogno, anche in vista delle incognite che potrebbero accompagnare l’arrivo della prossima stagione invernale.
I mesi di lockdown hanno di fatto bloccato per molti cittadini il diritto alla salute; per alcuni di essi questo blocco ha significato conseguenze irreversibili, perché è scontato che prevenire e curare in tempi giusti faccia la differenza.
Se è giusto pensare alle infrastrutture, risulta fondamentale e primario impegnarsi per il rafforzamento delle dotazioni organiche dell’ospedale a 360 gradi, per tutti i servizi che l’ospedale stesso eroga. Un tema che non è più possibile eludere e che, nelle sedi opportune, intendiamo rimarcare con forza richiamando un fattivo impegno da parte di tutti e in particolare di chi, in Regione, attraverso le proprie scelte può fare la differenza.
Riconosciamo l’importanza del polo varesino mamma-bambino ma le scatole vuote, seppur bellissime, non possono garantire i servizi. Perché non si è pensato subito a rinforzare gli organici in modo adeguato? Non era prevedibile l’accumularsi di prestazioni non eseguite? Dopo aver finanziato la struttura verrà assunto anche nuovo personale?
Per noi queste sono condizioni necessarie e indispensabili per garantire servizi efficienti ai cittadini e diritti ai lavoratori».
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